Ricoh. La sfida per rendere compatibili normative
e modalità per conservare e condividere dati in Eu

cloud-computing-europeIl Cloud computing è senza dubbio uno dei più indispensabili strumenti per la crescita delle aziende di tutta Europa. Il vice presidente della commissione europea e responsabile per la digital agenda europea, Neelie Kroes,  da anni è impegnato a favorire un’Europa che sia ‘Cloud active’ e non solo ‘Cloud friendly’. Da una recente ricerca condotta dall’Economist Intelligence Unit e sponsorizzata da Ricoh – www.ricoh.it – è emerso come nei prossimi anni si affermeranno modelli gestionali decentralizzati e i processi decisionali si sposteranno dal board aziendale ai singoli dipendenti. Ne consegue che si assisterà a una maggiore collaborazione tra le divisioni e i reparti aziendali. La stessa ricerca sottolinea come l’innovazione e i processi di ricerca e sviluppo in futuro saranno sempre più guidati dai clienti.Le aziende hanno la necessità di gestire le informazioni in maniera più efficace ed efficiente. E proprio grazie al Cloud le aziende possono rendere le informazioni disponibili ai dipendenti ovunque si trovino senza che questo comprometta la sicurezza del patrimonio informativo.

Le aziende con una presenza internazionale che vogliono migrare al Cloud si trovano ad affrontare alcune nuove sfide dovute soprattutto all’incompatibilità da paese e paese delle normative relative alle modalità con cui i dati possono essere conservati e condivise. Questo significa che per le aziende non è semplice creare un ‘Cloud’ trasversale a tutti i Paesi in cui sono presenti, dal momento che in alcuni le normative non permettono la conservazione di determinate tipologie di dati al di fuori dei confini nazionali. Questo rappresenta un rompicapo per le aziende che vorrebbero implementare servizi Cloud pan-europei.

L’esperienza di Ricoh Europe dimostra come sia possibile gestire la questione normativa e realizzare un ambiente Cloud unificato per tutta l’Europa. Nel 2011 la Società ha iniziato il proprio ‘viaggio’ nel Cloud realizzando un ambiente pan-europeo sicuro e integrato che consente ai dipendenti di accedere alle applicazioni aziendali da qualunque Paese. In questo modo Ricoh punta a centralizzare l’infrastruttura It e ridurre la duplicazione dei dati, grazie a una gestione più efficiente delle risorse It e dei processi di business. Ricoh si è posta l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni di CO2 dell’87,5% entro il 2050 rispetto a quelle del 2000 e il Cloud dà un contributo positivo anche dal punto di vista della eco-sostenibilità.

Per riuscire a creare un’infrastruttura sicura e solida e a superare la mancanza di una normativa standardizzata e omogenea per tutta l’Europa, Ricoh Europe mantiene un approccio trasparente ad esempio per quanto riguarda la localizzazione dei server e di alcune tipologie di dati. Dal momento che la normativa tedesca sulla privacy dei dati è la più stringente d’Europa, Ricoh ha verificato che gli standard del proprio Private Cloud fossero conformi alla normativa di questo Paese. Per cui aderendo alla normativa tedesca – che pone enfasi sul diritto dell’individuo di conoscere quali informazione vengano archiviate, da chi e con quale obiettivo – Ricoh Europe risponde a severi criteri sulla conservazione dei dati.

La piattaforma It di Ricoh, flessibile e scalabile, ha consentito l’eliminazione di oltre 1.000 server in tutta l’area EMEA. Con questa operazione Ricoh è riuscita a ridurre le emissioni di CO2 di 16.8 milioni di tonnellate, l’equivalente delle emissioni di 3.350 automobili. Inoltre il Cloud consente a Ricoh di centralizzare l’infrastruttura It di tutte le filiali realizzando un ambiente It efficiente a vantaggio di clienti e dipendenti.

Share

Lascia un commento

Top