Il litigaton funding (in italiano “finanziamento del contenzioso”) è un istituto attraverso il quale un soggetto estraneo alla lite e privo di interessi diretti nella vicenda, decide di finanziare una delle parti coinvolte in una controversia (sia essa di natura giudiziaria, arbitrale o extragiudiziale). In cambio del sostegno economico, il finanziatore riceverà una quota dell’importo eventualmente ottenuto dalla parte assistita, ma solo in caso di esito favorevole della causa. Questo strumento, nato nei Paesi anglosassoni, si sta diffondendo rapidamente anche in Italia, in particolare nei casi in cui la parte finanziata non dispone delle risorse necessarie per affrontare autonomamente le spese legali o desidera ridurre il rischio economico derivante dal procedimento. Ma approfondiamo meglio l’argomento.
Che cosa è il litigation funding
Come già spiegato, il litigation funding, è un accordo attraverso il quale un soggetto terzo, chiamato finanziatore o litigation funder, fornisce i capitali necessari per sostenere i costi di una causa legale. Tale soggetto può essere una società specializzata, un fondo di investimento, una banca o un investitore privato. La parte finanziata, invece, può essere un privato, un’impresa (individuale o societaria) oppure un ente pubblico che non dispone dei mezzi economici per sostenerne le spese o preferisce investire le proprie risorse in modo diverso.
Il finanziatore si assume il rischio economico del procedimento in cambio di una percentuale dell’eventuale somma recuperata, da corrispondere solo in caso di esito positivo della controversia. Un elemento chiave del processo è rappresentato dal team legale, che ha il compito di valutare preventivamente la fondatezza e la convenienza della causa, stimare i possibili scenari di rischio e ritorno e supportare la negoziazione e la stesura dell’accordo di finanziamento. Il team legale gestisce, inoltre, l’intero iter processuale, assicurando la tutela degli interessi sia della parte assistita che del finanziatore.
Quanto guadagna un finanziatore
Nel processo di finanziamento del contenzioso, il compenso del finanziatore è legato all’esito positivo della controversia: il pagamento è dovuto solo se la parte finanziata ottiene un risultato favorevole.
In tal caso, il finanziatore riceve una percentuale concordata sull’importo recuperato, nota come success fee. Nei paesi anglosassoni si dice, nello specifico “no win, no fee”: cioè nessun compenso in caso di insuccesso.
È sempre bene accertarsi, tuttavia, che il contratto di finanziamento indichi chiaramente questo tipo di clausola, ed informarsi sulla copertura di eventuali spese accessorie.
Perché ricorrere a questo istituto
Questo accordo consente al cliente di affrontare contenziosi complessi senza gravare sulle proprie risorse finanziarie o compromettere il proprio merito creditizio. Grazie a questo strumento, è possibile intraprendere azioni legali potenzialmente vantaggiose senza intaccare linee di credito o liquidità aziendali, mantenendo così piena libertà di azione. Nella maggior parte dei casi, inoltre, il rischio dell’operazione resta totalmente a carico del finanziatore: in caso di esito negativo, il cliente non sarà tenuto a rimborsare alcuna somma, né per spese sostenute né per il tempo impiegato. È possibile, inoltre, beneficiare di garanzie solide, grazie all’accurata analisi della documentazione e al supporto di un team legale esperto, in grado di stimare le probabilità di successo e pianificare con precisione i possibili ritorni economici dell’azione intrapresa.