La metà degli imprenditori italiani pensa che i giovani
non abbiano le giuste competenze

failla_for_web“Le politiche di definanziamento in materia d’istruzione degli ultimi governi hanno reso drammatico lo stato in cui versano scuole e università. Il tasso di abbandono scolastico al 17,6% e il drastico calo delle immatricolazioni all’università (meno 58.000 studenti dal 2003-2004) non soltanto pongono il nostro Paese a una distanza abissale dagli obiettivi di Europa 2020, ma impongono anche una riflessione complessiva sulle scelte economiche da prendere in una fase ancora di profonda crisi. L’Italia è tra i Paesi che spende meno per scuola e università pubblica”, è quanto espresso in modo chiaro da Giuseppe Failla, (nella foto) portavoce del Forum Nazionale dei Giovani, durante la presentazione del rapporto McKinsey ‘Education to Employment’, avvenuta a Bruxelles. Per il Forum Nazionale dei Giovani  – www.forumnazionalegiovani.it – la presentazione è stata l’occasione per lanciare al Governo e istituzioni 5 proposte per scuola e università, affinché sia prioritario per il Paese ricercare un piano di rifinanziamento complessivo dell’istruzione pubblica a partire da cinque ambiti d’azione fondamentali: edilizia scolastica, partecipazione e protagonismo studentesco, istruzione tecnica e professionale e collegamento tra saperi e lavoro, diritto allo studio, strumenti didattici e formazione degli insegnanti.

Tra le proposte, frutto del lavoro della commissione scuola e università del FNG: la valorizzazione dell’istruzione professionale, attraverso l’aumento delle ore di laboratorio e un investimento fattivo nel miglioramento della qualità didattica dei percorsi; forme di sostegno all’occupazione giovanile e di incontro tra domanda-offerta di lavoro, come ad esempio la Youth Guarantee; una riorganizzazione degli strumenti di alternanza tra istruzione e lavoro sia nelle scuole che negli atenei, come ad esempio lo stage; la necessità che le scuole si interfaccino con il proprio tessuto imprenditoriale territoriale per poter garantire una formazione che valichi gli insegnamenti teorici.

“La ‘bolla formativa’, ossia l’incapacità del mercato del lavoro di assorbire i nostri laureati, esige un’analisi attenta e una risposta politica chiara”, dice Stefano Vitale, consigliere FNG con delega a scuola, università e ricerca. “I nostri laureati non sono troppi, troppi sono i nostri giovani disoccupati. Bisogna costruire dei legami profondi tra mercato del lavoro e istruzione, mettendo in discussione il modello produttivo attuale a partire dalle scuole e dalle università e voltando pagina rispetto a quelle forme di lavoro precario oggi molto diffuse”.

“È evidente come le risorse stanziate dal DL Istruzione dello scorso settembre – che complessivamente ammontano a 400 milioni di euro e che non sono state aumentate a seguito del varo della legge di Stabilità – siano in questo quadro positivi ma assolutamente insufficienti”, conclude Failla.

È possibile richiedere il paper completo ‘5 proposte per scuola e università’ a cura della Commissione Scuola e Università del FNG a gpascali@sangallimc.it.

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