Natale. Il rincaro dove non te lo aspetti

Costano poco, a volte anche solo un euro. Quando si acquistano non ci si fa caso, non si da peso. Confezioni mignon o quelle per single magari da regalare o regalarsi a Natale per abbellire l’albero o la tavola per la prima colazione o il cenone di capodanno, sono insidiosissime per il nostro portafoglio. Le aziende spesso utilizzano festività e ricorrenze (Natale, capodanno, Pasqua, Carnevale, San Valentino, la festa della mamma e quella del papà) per confezionare prodotti che se ci si ferma un attimo a controllare l’etichetta esposta sul bancone del supermercato o sulla stessa confezione, si scoprirebbero costare tantissimo. Il prezzo al chilogrammo delle confezioni mignon aumenta dalle quattro alle dieci volte rispetto al prezzo delle confezioni tradizionale dello stesso prodotto. “A Natale spesso ci ritroviamo con un carrello della spesa dove oltre ai generi alimentari tradizionali carne, pesce e bottiglie di spumante, spuntano quei piccoli prodotti apparentemente meno costosi a cui spesso neanche facciamo caso che in realtà sono i più soggetti ai rincari”, dice Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), in riferimento ai soliti rialzi al supermercato in prossimità del cenone di Natale e Capodanno. “Avvicinandoci alle feste il rischio che aumentino i prezzi degli alimenti tipici è forte”, rincara Agostino Macrì esperto di sicurezza alimentare dell’associazione. “Non dobbiamo trascurare il costo di quei prodotti da pochi euro che  durante le festività raggiungono il picco delle vendite. Pensiamo al tradizionale vasetto di Nutella che normalmente costa circa 7-8 euro al chilo; il prezzo aumenta con le confezioni monodose (11 euro al chilo), ma se si acquista un grazioso vasetto da appendere all’albero con 30 grammi di prodotto il prezzo schizza alle stelle: ben 66 euro al chilogrammo! Che dire poi dei panettoncini da 80 grammi che costano oltre 30 euro al chilo a fronte dei circa 5 euro di qualsiasi altro panettone industriale di taglia normale?”

Secondo Macrì, “di esempi del genere ce ne sono tutto l’anno (leggi a riguardo l’articolo ‘Il rincaro dove non te l’aspetti’  http://www.consumatori.it/index.php?option=com_content&task=view&id=4447&Itemid=160) basti pensare alle insalate in busta che arrivano a costare 12 euro al chilo. E’ ovvio che lavare e tagliare l’insalata è più faticoso, così come appendere all’albero una confezione di crema alle nocciole da un chilo non è sicuramente comodo, ma la buona abitudine di controllare il prezzo al chilo (o al litro) di quello che stiamo acquistando, andrebbe sempre seguita: adottando questa precauzione si possono ottenere dei risparmi significativi nel carrello di Natale e di tutto l’anno”.

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