L’ufficio stampa si fa # social

Social-Media-AgendaI social media diventano uno strumento di comunicazione sempre più diffuso e affidabile, non solo nella considerazione degli utenti, ma anche da parte di giornalisti e addetti della comunicazione. Un’indagine condotta da AxiCom Italia –  www.axicom.com – @AxiCom_Italy – divisione europea della practice technology di Cohn & Wolfe, rivolta a giornalisti, operatori della comunicazione e blogger, conferma questo atteggiamento verso le piattaforme social, in particolare verso canali come Facebook e TwitterL’utilizzo di nuovi canali di condivisione delle informazioni agevola il dialogo ricercato sia dalle aziende che dagli utenti. La condivisione di contenuti fruibili e reperibili in maniera immediata è per i media un elemento distintivo del rapporto tra aziende, utenti e il proprio ecosistema di lettori, e le piattaforme social costituiscono in questo panorama un tassello sempre più consolidato e importate.

Se la maggioranza (62%) afferma di utilizzare i social media spesso o con regolarità come strumento di lavoro per relazionarsi con le aziende, per il 61% le informazioni veicolate attraverso le piattaforme social sono equiparabili, in termini di affidabilità, agli altri canali di comunicazione.

Un testa a testa tra canali social e comunicazione con l’ufficio stampa: il 62% ritiene molto importante il rapporto preferenziale con l’agenzia di comunicazione aziendale, e ben il 90% ritiene non ancora sufficiente una comunicazione basata esclusivamente su canali social. L’evoluzione di queste piattaforme richiede una sempre più stretta collaborazione tra aziende, agenzie di comunicazione e addetti stampa. In questo senso, gli strumenti si fanno sempre più eterogenei e si sostengono a vicenda, con gli strumenti classici come siti web, newsletter e comunicazione tramite ufficio stampa, sempre più “social”, e dall’altro lato i canali utilizzati a scopo privato che servono anche a uso professionale. Il 60% degli intervistati afferma di possedere sia un account Facebook che Twitter utilizzato a livello professionale, mentre il 64% delle pubblicazioni o siti utilizza, oltre a quelli tradizionali, almeno questi due canali social di comunicazione.

Il 54% “cinguetta” per motivi professionali, e la maggioranza (42%) ritiene che Twitter sia già un canale sufficientemente maturo in Italia. Il valore aggiunto maggiore in assoluto è la tempestività (87%), ma anche la possibilità di interazione (45%) e il contatto immediato con l’azienda (45%). Protagonisti assoluti in termini di contenuti sono news e informazioni (93%), ma anche tweet “live” da eventi e manifestazioni (63%), contenuti in anteprima (29%), oltre ad aggiornamenti dedicati (19%) e offerte speciali (12%).

I giornalisti sono i veri “vip” di Twitter: tra i personaggi più seguiti dagli addetti del settore vi sono giornalisti (58%) e opinion leader (55%), seguiti da account Twitter di quotidiani e riviste e account aziendali (entrambi al 42%), contatti personali (39%), e solo per il 13% personaggi famosi. Il canale Facebook sembra piacere sia per l’utenza consumer che per la comunicazione aziendale: secondo il 55% degli intervistati un’azienda dovrebbe usare Facebook per comunicare, indipendentemente dal fatto di operare in ambito B2B o B2C. E confermano di utilizzare questo canale spesso (32%) o regolarmente (15%) come fonte.

Parola d’ordine “localizzare”: il 55% ritiene importante che un’azienda abbia una pagina in italiano, per favorire la presenza e una comunicazione efficace a livello locale. Tra le informazioni B2B ritenute più utili da veicolare attraverso questo canale, protagonisti i contenuti in anteprima e gli eventi (76%), seguiti dai contenuti esclusivi (64%). Lato B2C, efficaci invece offerte e promozioni (87%), immagini e video (74%), e anteprime (66%).

Tuttavia, le pagine Facebook italiane esistenti si aggiudicano solo la sufficienza (66%), e circa un quinto (21%) ritiene che la qualità sia ancora insufficiente. Tra le principali carenze spiccano la scarsa interazione (60%), la carenza di reattività e velocità nelle risposte (45%) e la mancanza di contenuti locali (42%). Anche gli aggiornamenti andrebbero migliorati secondo il 32% dei rispondenti.  “Per chi fa comunicazione oggi sapere recepire questi stimoli e declinare il flusso comunicativo in base a questa evoluzione è un requisito fondamentale”, dice Chiara Possenti, country manager di AxiCom Italia. “Informare ma anche ascoltare, sintonizzando i messaggi sui vari canali attraverso una strategia ben definita, ma al contempo reattiva e pronta a evolversi.”

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