Intesa Sanpaolo: previsioni di recessione per l’Europa

Le previsioni di primavera della Commissione Europea risentono degli effetti dello shock energetico e del conflitto in Ucraina. Revisioni al ribasso delle stime di crescita e al rialzo per quelle d’inflazione.

Lo scenario prospettato rimane quindi espansivo con una recessione che diventerebbe però probabile nell’ipotesi di un nuovo shock sui prezzi. Oppure di un taglio delle forniture di gas russo. Nonostante il rallentamento della ripresa. E le misure di calmieramento varate per constare gli effetti dei maggiori prezzi energetici Bruxelles continua a vedere un
progressivo miglioramento dei parametri fiscali.

Le previsioni di primavera di Bruxelles taglia le stime di crescita

Nelle previsioni di primavera la Commissione Europea ha tagliato le stime di crescita nel biennio
2022-23: 2,7% quest’anno (da un precedente 4%) e 2,3% l’anno prossimo (da 2,7%)
.

Sostanzialmente in linea con le stime di Intesa (2,8% nel 2022, 2,3% nel 2023). Nello scenario
delineato dalla Commissione la ripresa dovrebbe proseguire nei prossimi trimestri, seppur
su ritmi più contenuti rispetto alle scorse previsioni. L’economia è attesa rimanere circa stagnante
nel trimestre in corso prima di tornare a crescere su ritmi intorno al mezzo punto percentuale su
base congiunturale nel 2° semestre.

La limatura delle stime di crescita rispetto all’inverno risente dell’impatto dei
maggiori prezzi energetici sull’attività. In media per il 2022 la Commissione stima il petrolio a 103,6
$/b e il gas naturale a 97,8 Eur/Mwh sulla base dei prezzi dei futures nella seconda metà di aprile.

Intesa ha analizzato due scenari più pessimistici entrambi recessivi

◼ Scenario avverso con prezzi di gas e petrolio superiori del 25% per tutto l’orizzonte
previsionale. La crescita del PIL risulterebbe inferiore di 1,25pp nel 2022 e di 0,5pp nel 2023
mentre l’inflazione sarebbe superiore rispettivamente di 0,75pp e di 0,5pp.
◼ Scenario severo nel quale allo shock sui prezzi ipotizzato nello scenario avverso viene
associata un’interruzione delle forniture di gas naturale dalla Russia con limitata possibilità di
sostituzione nel breve termine.

L’impatto cumulato sulla crescita sarebbe pari a 2,75pp nel 2022 e a 1,25pp nel 2023. L’inflazione risulterebbe superiore di circa 3pp nell’anno in corso e di oltre 1pp in quello successivo.

Sul fronte dell’inflazione invece le previsioni sono state alzate al 6,1% nel 2022 (con un picco al
6,9% nel trimestre in corso) e al 2,7% nel 2023. In inverno le stime erano ferme al 3,5% per
quest’anno e a 1,7% per quello successivo.

Sul fronte fiscale nel 2022 la stance dovrebbe risultare ancora più espansiva rispetto al 2021. Questo grazie
alle misure calmieranti varate dai Governi nazionali per contrastare i maggiori prezzi energetici
(lo 0,6% del PIL nella media dei paesi membri UE). E inoltre agli aiuti umanitari per i profughi
provenienti dall’Ucraina (0,1% del PIL). Anche i fondi del RRF dovrebbero contribuire a sostenere
spesa e investimenti pubblici. La politica fiscale dovrebbe invece farsi in media restrittiva nel 2023
per via della scadenza delle misure di calmieramento.

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