Street food, ovvero come inventarsi un lavoro

La Street Food offre opportunità di lavoro grazie a nuovi marchi di start up e franchising creati da giovani imprenditori. Le caratteristiche? Modelli di business innovativi e “light”, con un’alta attenzione alla qualità, fantasia e soprattutto la passione per il buon cibo….

E’ del 39,2% il tasso di disoccupazione giovanile del nostro Paese. Neppure la laurea è più una garanzia, né di occupazione, né di stipendio decente, basta pensare che tra i giovani il tasso dei molto istruiti (in possesso di un titolo di studio superiore rispetto al lavoro che fanno) è triplo rispetto a quello degli adulti. Ma le cose si muovono e, se il lavoro non c’è, lo s’inventa. Anche sulla scia di Expo Milano 2015 che ha visto il nostro paese finalmente alla ribalta per la grande proposta culinaria di cui è capace, valorizzando anche territori poco noti persino  dagli italiani, l’imprenditoria giovanile ci sta offrendo esempi di dinamismo e creatività interessantissimi. Molti partono da quello che c’è come le passioni personali e la capacità di cogliere i nuovi bisogni, soprattutto con l’idea di creare start up leggere, che necessitino di poco investimento iniziale, di poco magazzino, di poco personale e che possa essere gestito con le proprie forze. Vanno in questo senso le nuove iniziative imprenditoriali legate allo Street Food, settore sempre vivo e effervescente.

QUALCHE ESEMPIO TRA BUFALE E BACCALA’

Bufala Punto Eat, il primo Street Food in franchising. L’idea, geniale, è quella della vendita di prodotti freschissimi del Cilento, sfiziosi stuzzichini con bocconcini di mozzarella, yogurt, bresaola, salumi e formaggi stagionati, tutti rigorosamente di bufala, portati in Ape Car proprio là dove i clienti sono soliti risiedere: fuori dagli uffici o dalle scuole all’ora di pranzo, fuori dalle discoteche o all’uscita dei concerti. Per chi non sa da che parte cominciare a costruirsi una professione avviando una start up, un franchising come Bufala Punto Eat, all’insegna della semplicità e del basso investimento d’ingresso, potrebbe essere una soluzione brillante. Bufala Punto Eat punta molta attenzione nel seguire gli aspiranti imprenditori (che nel mondo delle start up si trovano spesso un po’ persi) nell’aiutare ed eseguire i giusti passi per poter avviare l’attività. Ad esempio, affiancandoli nello stringere una convenzione bancaria per ottenere un finanziamento a tassi molto agevolati, o anche fornendo loro le informazioni e la documentazione tecnica (piani economici di dettaglio per il primo triennio di attività, piano di investimenti, ecc.) necessari per la richiesta di fondi o microcrediti messi a disposizione da parte di Enti (Comuni, Regioni, Stato ecc.) per l’avvio di attività imprenditoriali. Altro esempio di piccoli imprenditori “selfmade” è quello dei deliziosi pezzi di baccalà di “I Baccalà”. A Milano tre amici si sono muniti di un furgone attrezzato per friggere il baccalà sul momento, un mono prodotto, fresco e ben cucinato con un sito per sapere sempre dove si trova il furgone.

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