Ma che ci importa a noi del futuro del legno a latifoglia americano?

Ci importa, ci importa, leggete qua. In occasione della conferenza annuale di AHEC, American Hardwood Export Council, circa 150 tra importatori europei, architetti ed esportatori si sono incontrati a Copenaghen per discutere il futuro del legno duro americano. L’evento ha rappresentato un’occasione di networking e di aggiornamento sul mercato e sulle tendenze future.

Pur rallentando leggermente gli acquisti, nel 2015 la Cina ha rappresentato il 46,6% del valore dell’export  Usa, che a livello globale ha superato i 2 miliardi di dollari: oggi 1 trave di legno americano su 5 parte per il Paese del Dragone. Contando anche il sud est asiatico, in particolare il Vietnam, il valore dell’export sale al 57,1%. L’Europa rimane un mercato ampio, le esportazioni nella prima metà del 2016 registrano una lenta ripresa, nonostante i tassi di cambio sfavorevoli: il segato verso l’Europa è salito dell’11% a 187.600 m3 nei primi 6 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre il valore è aumentato del 7% attestandosi a quota 146 milioni di dollari: questo quanto illustrato da Mike Snow, executive director di Ahec, American Hardwood Export Council, l’associazione che rappresenta a livello internazionale l’industria statunitense del legno di latifoglia,che a Copenaghen ha fatto il punto sul mercato e i trend futuri del legno di latifoglia americano.

“In precedenza focalizzata in Regno Unito e Germania”, ha detto Snow, “oggi la crescita in Europa è più ampiamente distribuita e trasversale a tutti i settori chiave di mercato: costruzioni, arredi e pavimenti. Sul fronte dei ribassi, la deflazione rimane una minaccia, nonostante il programma da 60 miliardi di euro al mese di quantitative easing attuato dalla Banca Centrale Europea – prorogato recentemente, almeno fino a marzo 2017 – e la Brexit crea incertezza. Le tendenze economiche e commerciali globali indicano che mantenere le quote di mercato tradizionali non sarà sufficiente per stimolare la crescita delle vendite di legno duro Americano in Europa. E’ necessaria una promozione che ponga in luce le caratteristiche tecniche, estetiche e i vantaggi ambientali di questo materiale ed è necessario penetrare in nuovi mercati attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e applicazioni.

In questa prospettiva, vanno letti gli ultimi progetti promossi da Ahec. In particolare:

alongAlong The Lines of Happiness è una struttura semi ellittica curvata a vapore dove più sottili strisce di legno danno origine a grandi archi eleganti e sinuosi, esperimento unico nato per esplorare le potenzialità di tre specie di legni americani molto belli, ma ancora poco conosciuti, come l’acero, il ciliegio e il rovere rosso americani;

 

the-smileThe Smile impianto urbano realizzato per mostrare il potenziale strutturale e spaziale del legno lamellare a strati incrociati, utilizzando il tulipier Americano;

The Workshop of Dreams, percorso creativo che ha riunito quattro architetti e designer con altrettanti talenti, uno scrittore, un duo di chef pluristellato, un paleo-antropologo e un’esperta di architettura e design, raggruppati in quattro team per trasformare i loro sogni in oggetti concreti. I pezzi realizzati, un set di tavolini, una poltrona per riflettere una cabina portatile fattore limitante, una finestra sull’universo culinario, sono stati creati a mano da una varietà di latifoglie americane sostenibili.

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“Durante il processo di fabbricazione”, hanno sottolineato nel loro intervento Brogan Cox e Rocío Pérez-Íñigo, rispettivamente marketing manager e senior marketing manager di Ahec Europe, “sono stati registrati tutti i consumi energetici per valutare l’impatto ambientale di questi oggetti (Life Cycle Environmental Assessment – LCA). I risultati hanno confermato che le latifoglie americane utilizzate per The Workshop of Dreams sono una risorsa in espansione, la loro raccolta non è di alcuna minaccia per la biodiversità o per la capacità di stoccaggio della C02 delle foreste e che sono necessari meno di 30 secondi per i tronchi di latifoglia utilizzati per il progetto, per rigenerarsi autonomamente in natura.” Andrew Lawrence, ingegnere strutturale (Arup) che ha presentato le sfide ingegneristiche dietro ‘The Smile’: “Si tratta della struttura più stimolante e complessa mai costruita in CLT (legno lamellare incrociato): non solo ha un doppio sbalzo, ma la porta d’ingresso si trova proprio al centro dove le tensioni sono più elevate. Se si gira la struttura in maniera verticale e si aggiunge il peso di 60 visitatori a una estremità, sarebbe l’equivalente punto di stabilità di un edificio di cinque piani. Nessuno ha mai costruito un punto di stabilità così. “Il legno ha molti vantaggi”, ha riepilogato Davide Venables, Ahec Europen Director (nella foto) – è resistente, flessibile, profumato, sostenibile ed è anche veloce. È leggero e con la fabbricazione digitale può ora essere lavorato con tolleranze estremamente ristrette. Questo lo rende ideale per la prefabbricazione e il rapido montaggio. Assemblare un edificio in legno è come assemblare un kit di mobili giganti. Lo sviluppo del CLT è stato fondamentale nella rivoluzione del legname in quanto ci dà modo di creare pannelli di grandi dimensioni che possono essere utilizzati per pareti e pavimenti di interi edifici, senza che sia necessario il cemento.”

Alla sostenibilità sono stati dedicati gli interventi di Rupert Oliver, consulente ambientale di Ahec Europa, che ha presentato i benefici ambientali collegati all’utilizzo del legno duro americato misurati attraverso il Life Cycle Assessment – LCA tramite cui Ahec dispone di dati precisi e specifici su una vasta gamma di parametri che misurano l’impatto ambientale. “L’estensione delle foreste americane è raddoppiata negli ultimi 50 anni, circa il 90% della fornitura di legno duro americano arriva da foreste private, sono quasi 10 milioni le famiglie che hanno una media di 15 ettari di foresta a testa.” Al Goetzl, presidente di Seneca Creek Associates, società di consulenza specializzata in politiche ed economia delle risorse, ha presentato i risultati dello studio “Assessment of Lawful Harvesting and Sustainability of U.S. Hardwood Exports” (“Valutazione del taglio legale e della sostenibilità delle esportazioni di legno di latifoglia americano”) che ha confermato il rischio minimo che il legno di latifoglie americane provenga da fonti illegali. Si stima che il legno di provenienza illegale costituisca meno dell’1% della produzione totale americana. Il rapporto conclude che si possa riporre molta fiducia nell’aderenza alle leggi nazionali e statali che contribuiscono a garantire approvvigionamenti legali e sostenibili di legno di latifoglia”.

Neil Summers (Timber Dimension) ha esplorato le opportunità di crescita per le applicazioni in esterno del legno di latifoglia americano focalizzandosi in particolare sulle diverse specie che sono suscettibili di modifica termica. “Thermowood”, ha spiegato Summers, “è un trattamento termico ad alto contenuto tecnologico che consiste nel riscaldare il legno ad alte temperature (tra 150° e 230°) e di cambiare in modo permanente le sue caratteristiche. Il legno risulta più compatto e duro, più resistente a urti e scalfiture; seccando, tende ad assorbire meno umidità (ridotta del 50%) e non presenta casi di ritiro e rigonfiamento. Il trattamento termico favorisce l’eliminazione delle fuoriuscite di resine, riducendo gli interventi di manutenzione e rende la colorazione del legno di tonalità più scura a seconda della temperatura usata. Calore e vapore sono gli unici elementi necessari per la realizzazione di questo trattamento eliminando così l’impiego di sostanze chimiche. Tale tipo di legno è particolarmente indicato per l’uso esterno.”

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