Romeo Gestioni. Per il dopo Equitalia una scelta discutibile

Si è concluso l’iter per individuare il partner tecnico-operativo dell’Anci, Associazione nazionale dei Comuni Italiani, per dar vita alla società che si occuperà di riscossione di tributi locali in sostituzione di Equitalia, in procinto di andare in pensione (30 giugno) e lasciare così il campo a un’altra società, secondo quanto previsto dalle ultime modifiche legislative. Nella gara fatta dall’associazione dei comuni il punteggio più alto è andato a Romeo Gestioni, dell’imprenditore Alfredo Romeo, che ha superato Maggioli Tributi, il consorzio Ica che si occupa prevalentemente di Tosap e Engeenering Tributi. Il vecchio gestore del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli si accinge così a riscuotere i tributi in tutti i comuni d’Italia, grazie a un progetto che, oltre ad essere risultato il più conveniente sotto il profilo economico, punta a combattere l’elusione fiscale al fine di colpire gli evasori totali a vantaggio dei contribuenti onesti e delle finanze comunali.

Nel corso degli ultimi dieci anni Romeo Gestioni è stata al centro di indagini della magistratura e dalla Guardia di Finanza per la sua gestione del patrimonio immobiliare nel Comune di Napoli. Nel 2008, l’inchiesta era quella di Magnanapoli, sull’appalto Global service da 400 milioni per la manutenzione delle strade cittadine, poi è stata la volta dall’accertamento della Guardia di finanza di Napoli al termine di indagini contabili disposte dalla Procura regionale della Corte dei Conti avviati dopo una serie di segnalazioni che evidenziavano diversi problemi nella gestione del patrimonio immobiliare del Comune.

La società che fa capo ad Alfredo Romeo gestisce un patrimonio enorme per conto di Palazzo San Giacomo: ben 27.500 unità, di cui 23.320 Erp ovvero unità abitative destinate ai meno abbienti e 4.180 immobili residenziali e commerciali. In concomitanza, i finanzieri hanno passato al setaccio la gestione del patrimonio immobiliare nel suo complesso, comprese le molteplici e ripetute criticità emerse nel corso del rapporto contrattuale tra il Comune e l’affidataria. Il danno erariale quantificato dalle Fiamme gialle e dalla Corte dei Conti ammonta, nel complesso, a più di 87 milioni di euro, pari alla mancata riscossione dei canoni di locazione (83 milioni di euro), ai compensi erogati ai legali incaricati dalla Romeo Gestioni per la gestione del contenzioso con i conduttori degli immobili (per circa 3 milioni di euro). Per questo danno la Procura contabile lo scorso anno ha citato in giudizio, chiedendo il risarcimento degli 87 milioni di euro, la Romeo e due dirigenti della società oltre a tre amministratori del Comune di Napoli. nella gestione del contenzioso giudiziario e stragiudiziale finalizzato al recupero dei crediti. In concomitanza, è stata passata al setaccio la gestione del patrimonio immobiliare nel suo complesso, comprese le molteplici e ripetute criticità emerse nel corso del rapporto contrattuale tra il Comune e la società affidataria. Gli accertamenti condotti, oltre a confermare l’esistenza di una elevatissima morosità da parte dei soggetti assegnatari delle unità immobiliari, hanno evidenziato come tale patologia sia scaturita, in gran parte, da una inefficace strategia gestionale/amministrativa adottata sia dalla Romeo gestioni Spa sia dall’Amministrazione comunale per il recupero dei canoni di locazione dovuti. In particolare, sono state rilevate molteplici e gravi anomalie che – nel complesso – hanno fortemente abbattuto gli introiti che dovevano derivare dai fitti attivi degli immobili destinati “a reddito”. L’attività di recupero dei crediti – svolta attraverso sporadiche ed inefficaci azioni giudiziali e/o stragiudiziali – non solo non ha garantito la riduzione delle morosità pregresse ma ha anche comportato ulteriori oneri per spese legali a carico del Comune.

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