Cresce la quota del no food nei petshop italiani

Il no food nel comparto comfort per gli animali da compagnia cioè gli accessori, i prodotti per l’igiene, la bellezza, l’abbigliamento e  il gioco si impone all’attenzione del mercato a partire dal 2000 anno in cui si assiste al boom dei petshop che, mettendo in campo conoscenze e competenze, si propongono come gli specialisti del mondo pet. Zoomark International  -www.zoomark.it – , il salone internazionale dei prodotti e delle attrezzature per gli animali da compagnia organizzato da BolognaFiere in collaborazione con Piesse srl, che si svolgerà dal 9 al 12 maggio 2013 a Bologna, ha fatto realizzare la prima ricerca nel comparto comfort del no food. L’analisi, centrata sui petshop, ne mette in luce l’evoluzione e presenta gli articoli che guidano il pet marketing no food.

I cani il target privilegiato, gli articoli di guinzaglieria quelli più venduti (43,6%). Al secondo posto l’abbigliamento (28%) con i prodotti di alta gamma che guidano le vendite nei petshop decisamente orientati al no food. Fra quelli presi in considerazione dalla ricerca, 6 petshop su 10 hanno infatti iniziato l’attività a partire da questa data. Dal 2010 però la scelta di puntare sui prodotti no food si precisa, a conferma che gli animali da compagnia conquistano un ruolo sempre più importante all’interno delle famiglie italiane che a loro dedicano cure e attenzioni che riguardano tutti gli aspetti del benessere. Il 38% dei negozi aperti dopo il 2010 dichiara infatti un’incidenza di vendita di questi articoli che supera il 40% (contro il 34% di incidenza media). Target privilegiato il cane (96,2%), al secondo posto il gatto (94,8%). Seguono i piccoli mammiferi (84,6%), gli uccelli (81,2%), i pesci (75,4%), rettili, tartarughe e anfibi (70,9%) e conigli (58,7%). Un esercizio su tre dichiara di dedicare al cane il 50% degli articoli e la percentuale viene superata in quelli avviati dopo il 2010.

Gli articoli di guinzaglieria sono i più venduti (43,6%) In particolare, se il guinzaglio viene acquistato nei petshop dove prevalgono prodotti no food è la qualità dei materiali a guidare l’acquisto (81,5%) negli altri casi l’attenzione è rivolta al prezzo (73,1%). Al secondo posto l’abbigliamento (28%). Seguono accessori e arredi (17,1%), cucce e trasportini (6,3%).

Tra i fattori determinanti nell’acquisto di prodotti di abbigliamento al primo posto il prezzo (77,3%), seguito dalla praticità (71,5%) e, a distanza, dalla qualità dei tessuti e dei materiali (55,4%) e dalla funzionalità (51,9%). E’ però interessante il fenomeno dell’abbigliamento di alta gamma, un indicatore importante del trend evolutivo di questo mercato. Nel 51,7% degli esercizi interpellati, questi articoli rappresentano fino al 10% dell’offerta ma prendendo in considerazione i petshop aperti dopo il 2010 e decisamente orientati al no food, il 23,4% degli intervistati dichiara che le vendite di alta gamma superano il 50%. La qualità è al primo posto nella scelta di articoli di igiene e cosmesi (74,2%) seguita dall’efficacia (61%) e dal prezzo (48,3%). Per i gatti la vendita è polarizzata su lettiere e toilette (50,7% degli intervistati) e su accessori e arredi (41,4%).

Le valutazioni degli intervistati sul mercato dei prodotti no food prefigurano un settore che tiene, nonostante la crisi economica: lo dichiara “costante” il 41,2% degli intervistati. Più ottimisti i titolari di petshop che hanno avviato l’attività in tempi recenti: il 31% lo ritiene in crescita.

I numeri del mercato

Animali da compagnia: oltre 60 milioni di cui 7 milioni di cani, 7.400.000 gatti, 2 milioni di piccoli mammiferi, 1 milione di animali da terrario, 30 milioni di pesci e 13 milioni di uccelli.

Valore stimato del mercato totale: 3.400 milioni di euro di cui 1.700 milioni di euro nel comparto alimentazione; 1.700 milioni di euro nel comparto no food (pet comfort + pet care)

Si occupano di animali da compagnia: 63.000 persone tra negozi specializzati e catene, industrie, grossisti, importatori, forza vendita, ambulatori veterinari, garden, gdo, negozi di caccia e pesca.

 

Share

Lascia un commento

Top