Co-working. Sapessi come è strano lavorare insieme a Milano…

milano_bando_coworkingIl Comune ha erogato nel 2012  6,5 milioni di euro, grazie ai quali ha sostenuto oltre 1.200 progetti di coworking. Quasi 4.000 le domande da parte di imprese del territorio.

“Il 2012″,  spiega l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca Cristina Tajani, ” ha coinciso con la fase più acuta della crisi economica in corso. Le politiche condotte a livello nazionale, impostate per affrontare la crisi del debito pubblico, hanno provocato, a livello del tessuto produttivo, una diminuzione della produzione e, di conseguenza, dell’occupazione. Nonostante le risorse economiche disponibili siano minori rispetto agli anni passati, abbiamo agito seguendo una visione di intervento che potesse attivare, nei limiti del possibile, mirate misure di tipo ‘anticiclico’: il sostegno per la nascita di nuove imprese, in particolare giovani e in settori indicati come prioritari (Ict), l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, lo sviluppo economico delle periferie cittadine, il contributo ai giovani talenti che dall’estero vogliono tornare e aprire un’impresa a Milano, la stabilizzazione del lavoro precario”.

L’intervento diretto dell’amministrazione comunale ha fornito un impulso positivo allo sviluppo economico cittadino grazie a un effetto moltiplicatore da parte di altre istituzioni cittadine, prime fra tutte la Camera di Commercio: nel complesso i bandi  hanno erogato oltre 10 milioni di euro.

“Per attuare una buona politica di sviluppo economico – ha dichiarato Cristina Tajani – riteniamo sia determinante partire dal coordinamento sussidiario fra soggetti del territorio: l’azione del Comune, infatti, nella maggioranza dei casi si è integrata, sia nella fase della progettazione sia dell’attuazione sia della verifica dei risultati, con quella dei principali operatori istituzionali, economici e sociali, primo fra tutti Camera di Commercio, il partner più attivo e stabile del Comune, che ha consentito almeno a raddoppiare le risorse poste a disposizione della comunità cittadina”.

Una parte rilevante delle risorse messe a disposizione (circa due milioni e mezzo) sono state destinate a incentivare nuove assunzioni o stabilizzazioni di lavoratori a termine. E, sempre sul tema dell’occupazione, in particolare dei giovani, si concentrano i due nuovi provvedimenti che saranno varati entro la fine di quest’anno dalla Giunta. Il primo riguarda la scelta del Comune di assegnare 800 mila euro a Fondazione Welfare per l’erogazione di microcredito (fino a 25 mila euro) a giovani imprenditori sotto i 35 anni. Il secondo provvedimento riguarda il progetto sperimentale sul co-working (condivisione degli spazi di lavoro) con l’erogazione da parte dell’Amministrazione comunale di 200 mila euro sotto forma di voucher. Tale misura, mai adottata in precedenza a Milano, mira a incentivare giovani professionisti a sperimentare questa modalità nuova di condivisione di spazi e relazioni di lavoro (sul modello di quanto già avviene con successo in altre città europee) all’interno di uno dei luoghi di co-working censiti dall’Amministrazione.

L’assessore Tajani ha annunciato infine i vincitori del bando “Risorse in periferia”, che possono quindi beneficiare di alcuni spazi comunali in zona Chiesa Rossa e Famagosta e dei finanziamenti assegnati al Comune di Milano nell’ambito della legge 266/97 per promuovere l’imprenditoria e l’occupazione in zone periferiche svantaggiate. Si tratta di cinque realtà imprenditoriali che si integreranno nel tessuto sociale e lavorativo del territorio, con attività quali la ristorazione artigianale prodotta quotidianamente da persone con disabilità, servizi di animazione per bambini, telemarketing svolto da donne con percorsi di disagio, ragazze madri, donne sole. L’assessore Cristina Tajani ha annunciato che “questa misura entrerà a pieno regime nel 2013, in un’ottica di attenzione alle aree periferiche sotto il profilo della qualità del lavorare e del produrre, oltre che dell’abitare”.

Cristina Tajani: «Microcredito e startup per ricostruire l’economia ». L’assessore al Lavoro del comune di Milano spiega come pubblico e privato possano collaborare contro la crisi

 

di Paolo Valentini

 

Dieci milioni di euro come sostegno alle start-up e al microcredito. Le energie messe in campo dal comune di Milano e dall’assessore alle politiche per il lavoro e lo sviluppo economico Cristina Tajani cominciano a dare frutti. Milano si muove e risponde alla crisi con iniziative a favore della creazione di lavoro attraverso idee innovative.

 

Assessore ci spiega quali sono i provvedimenti in campo?

Oltre ai classici strumenti di mediazione, noi cerchiamo di rispondere alla domanda di come combattere la crisi. Pensiamo che vada ribaltata la domanda dei cittadini in termini attivi e non passivi.

 

Ci fa qualche esempio?

Tre sono i perni. Primo: gli incubatori d’impresa, che sono tematici e dislocati in diversi quartieri, perché in ogni quartiere ci deve essere una certa coerenza tra l’abitare e il produrre. A Quarto Oggiaro, quartiere popolare ma riqualificato, abbiamo sviluppato sinergie con il Politecnico, o con gli incubatori di imprese creative come la fabbrica del vapore nell’ex area Ansaldo. Secondo: il microcredito, attraverso la Fondazione Welfare ambrosiano, finanziata interamente da enti locali e sindacati. Due sono le linee di finanziamento. Una alla persona che viva o lavori a Milano. E per noi è milanese chi contribuisce allo sviluppo della città. Viene effettuato un prestito sociale in un momento di difficoltà del soggetto. Poi promozione d’impresa con tasso agevolato. Ora stiamo nella fase di valutazione dei progetti. I richiedenti cominciano a restituire i soldi avuti. È un progetto sperimentale ma come dimostrano molti studi e indicatori il tasso di default è bassissimo. Terzo punto: il coworking. È apprezzato dai giovani e crea delle sinergie inaspettate. Le persone che lo fanno ci hanno chiesto di sostenere gli spazi già esistenti.

 

Ci può raccontare una storia che l’ha colpita nell’applicazione di queste politiche?

Il primo prestito che la fondazione ha fatto: a un ragazzo latinoamericano che voleva acquistare un motorino per le consegne express. Pochi soldi che nel suo caso facevano la differenza. Poi abbiamo pubblicato un bando per invogliare i talenti che vivono all’estero a tornare.

 

Un altro pubblico motore di innovazione è possibile?

Abbiamo riscontrato una vivacità e un’effervescenza di settori giovanili poco rappresentati nel dibattito pubblico e nella politica. L’innovazione non è soltanto innovazione tecnologica.

 

A proposito, la vostra concezione delle startup è la stessa dei tecnici del Governo Monti?

Abbiamo allargato il concetto di startup, che è più ampio e ha caratteristiche più sociali di quelle proposta da Passera e dal suo Decreto Crescita 2.0. Non esistono soltanto risposte di mercato e di business, ma anche idee legate al sociale. Il punto è reinventare il welfare attraverso strumenti informatici o nuove tecnologie, per sviluppare forme di mutualismo e nuove forme di assistenza.

 

State interpretando una sinistra di governo nuova. Avete capito che dalla crisi si esce con le idee. Non so quanti a sinistra l’abbiano capito e quanti abbiano cominciato a investirci seriamente..

Viviamo in un mondo in cui convivono cose diverse: il lavoro tradizionale e forme di lavoro emergenti. Il nostro mondo deve tenere insieme anche istanze delle nuove generazioni che sono di altro tipo. L’ente pubblico deve dare risposte su questi terreni. È la sfida di un mondo di società complesse. Ma se si esce dalla crisi si esce grazie ad un Europa che si motiva ad essere diversa. L’Europa è l’area in cui si gioca la partita della sinistra.

 

Andrà a votare alle primarie a livello nazionale?

Ho seguito con divertimento al confronto tra i cinque candidati. Io andrò a votare per Vendola. Ma a prescindere da chi vincerà è stata data una buona prova di partecipazione.

 

E invece in Lombardia quali punti di contatto vede tra il civismo di Umberto Ambrosoli e quello del sindaco Pisapia?

La Lombardia ha caratteristiche diverse dalla città di Milano. Ma alcune proposte di Ambrosoli mi sembrano in linea con il nostro programma. Penso che ci possa essere una interlocuzione positiva nella scrittura del suo programma.

Cowo è una proposta per chiunque abbia uno spazio professionale già attivo, e sia interessato a entrare in contatto con altri professionisti su base continuativa, realizzando – nel contempo – un piccolo guadagno.

 

In questo modo, Cowo promuove lo sviluppo di situazioni di coworking laddove vi sia disponibilità di spazi professionali e di menti aperte al networking.

 

Lo spirito con cui si attua il progetto Cowo è descritto nei 10 punti del Cowo Manifesto.

 

Attenzione: per aderire a Cowo è richiesta un’attività professionale già operativa all’interno dei locali previsti per il coworking.

 

Gli ideatori del progetto Cowo sono Massimo Carraro e Laura Coppola, partner dell’agenzia di comunicazione Monkey Business di Milano, che è anche proprietaria del marchio registrato “Cowo®”.

 

L’affiliazione alla rete Cowo è proposta a due livelli di servizio: “Basic” e “Premium”.

 

Entrambe sono valide e adeguate all’attivazione dell’attività di coworking.

L’opzione “Premium” fornisce, in più, un set di strumenti di comunicazione in grado di dare maggior visibilità al nuovo spazio Cowo.

 

Affiliazione “Basic” – Servizi offerti:

1.

Presenza del nuovo spazio Cowo sulla piattaforma CoworkingProject.com:

 

post di benvenuto

link in home page

scheda online dedicata, con indirizzo internet dedicato, completa di foto, informazioni e riferimenti di contatto

inserimento nella directory degli spazi Cowo, con riferimenti di contatto e link alla scheda del nuovo Cowo

inserimento nella mappa dei Cowo, con riferimenti di contatto e link alla scheda del nuovo Cowo

2.

Manuale operativo in 25 punti, dedicato alle problematiche più comuni che si possono riscontrare nel coworking

 

3.

Documento di indicazioni fiscali, legali e assicurative, sui temi più rilevanti del coworking dal punto di vista gestionale

 

4.

Modulo di contratto da impiegare con i coworker che utilizzeranno il nuovo spazio Cowo, redatto dai legali di Cowo dopo uno studio specifico delle leggi italiane, in rapporto alla pratica del coworking

 

5.

Utilizzo del marchio depositato “Cowo®” per 12 mesi, senza limitazioni

 

6.

Comunicato stampa ufficiale Cowo da diffondere presso contatti locali (testate giornalistiche, giornalisti, istituzioni, enti pubblici, riviste online, blog, social network)

 

7.

N. 20 cartelline personalizzate Cowo

 

8.

N. 20 spillette personalizzate Cowo

 

9.

Segnalazione apertura del nuovo spazio Cowo su:

 

Facebook fan page Cowo (oltre 1.700 liker)

Canale Twitter Cowo (oltre 1.700 follower)

10.

Partecipazione a conversazioni in rete a tema coworking su forum, blog, gruppi di discussione nazionali e internazionali, con segnalazione del nuovo spazio Cowo laddove opportuno (richieste specifiche riguardanti la zona del nuovo spazio Cowo, commenti su altri coworking della città e casi simili)

 

Vai al modulo di candidatura (senza impegno)

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