Cosa deciderà il FOMC. Intesa Sanpaolo fa il punto sugli USA

Il 27-28 luglio si riunirà il Federal Open Market Committee (FOMC), l’organismo della Federal Reserve che determina e gestisce la politica monetaria. Un Focus di Intesa Sanpaolo.

L’incontro dovrebbe aprire il dibattito su un piano di riduzione degli acquisti di titoli da parte della Fed. Dall’attuale ritmo di aumenti mensili di 80 mld di dollari di titoli del Tesoro e 40 mld di titoli Mortgage Backed Security, garantiti dalle agenzie. A questa riunione, il FOMC non dovrebbe dare indicazioni sui dettagli e sui tempi dell’attuazione di un programma per il “tapering”, da determinare nei prossimi mesi.

Inflazione USA in rialzo

Il messaggio dalla riunione dovrebbe essere in linea con quello delle recenti audizioni del presidente della Fed, Powell, in Congresso. Una valutazione di rialzo dell’inflazione transitorio e di mercato del lavoro in via di riequilibrio. Si tratta di una politica monetaria vigile e impegnata a reagire di fronte a nuove informazioni dai dati per raggiungere gli obiettivi su prezzi e massima occupazione.

La fase di transizione verso la prima svolta della politica monetaria è complicata dal rialzo dell’inflazione. La ripresa dei contagi può rendere meno lineare i progressi in fase post-pandemica. Lo scenario congiunturale è però coerente con l’inizio del processo di riduzione dello stimolo monetario in tempi non troppo distanti.

Migliora il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro resta in miglioramento, con una probabile ulteriore accelerazione della dinamica occupazionale a luglio, vicina a 1 milione di nuovi occupati non agricoli. Il quadro del mercato è ambiguo, con segnali di surriscaldamento per via di una riduzione dell’offerta di lavoro. E di persistente distanza dalla piena occupazione in base ad altri indicatori. La Fed discuterà il tapering, ma attenderà fino all’autunno prima di annunciare i tempi e i modi di una futura riduzione degli acquisti.

Sul fronte dell’inflazione, le ampie sorprese verso l’alto viste da aprile hanno creato preoccupazione non solo ai mercati, ma anche alla Fed. I partecipanti al FOMC sono unanimi nel ritenere che gran parte della ripresa dell’inflazione degli ultimi mesi sia dovuta a fattori temporanei. Fattori in larga misura collegati alla riapertura dell’economia e alla “tempesta perfetta di domanda alta e offerta bassa”. Anche in questa fase, le aspettative di inflazione di medio termine sono “in un intervallo generalmente coerente con l’obiettivo di inflazione di più lungo termine della Fed”.

La Fed prende tempo

Dalla riunione di giugno la Banca centrale ha però riconosciuto che il rialzo dell’inflazione è stato più ampio e più persistente del previsto. Inoltre ha sottolineato l’impegno ad adeguare in futuro il sentiero della politica monetaria di fronte a eventuali discostamenti dello scenario dalle previsioni. Parte delle pressioni verso l’alto sui prezzi e verso il basso sull’offerta di lavoro dovrebbero recedere entro l’autunno. La Fed prenderà tempo, mantenendo la rotta della politica monetaria invariata e preparando la svolta sugli acquisti, da attuare probabilmente entro inizio 2022.

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