di Marco Masella, ceo Scuola di Paolo Alto. Le emozioni negative sono sempre in agguato. Vuoi per predisposizione genetica alla tristezza e all’ansia, vuoi per le vicissitudini che la vita ci pone di fronte, ogni giorno ci troviamo a combattere per guadagnarci la nostra porzione di felicità. Non sempre l’operazione risulta semplice, e con l’intensificarsi delle complessità esistenziali psicologia e farmacologia hanno sempre tentato di venirci in soccorso proponendoci, a seconda dei casi, la psicoterapia o i trattamenti chimici.Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la depressione è una delle malattie più care al mondo. In media curare un caso di depressione costa circa 5.000 euro l’anno e in Italia sorgono approssimativamente quasi un milione di nuovi casi ogni anno. Il fatto è che quasi sempre la cura non porta a una guarigione totale ma all’alleviamento dei sintomi sino alla ricaduta successiva. A oggi non risulta sia stato ancora inventato un farmaco capace di eliminare totalmente la patologia, mentre la terapia richiederebbe troppo tempo e denaro per dare risultati apprezzabili. Se poi consideriamo che solo una piccola percentuale di pazienti sono affetti da depressione grave, e che la grande maggioranza delle prescrizioni di farmaci antidepressivi viene compilata per casi di depressione moderata o leggera, viene da chiedersi se la strada della prevenzione in questo ambito medico è pura utopia o una strada percorribile.
C’è chi questa domanda se l’è posta molti anni fa, convinto che doveva pur esserci un modo per aiutare le persone a capire cosa rende la vita degna di essere vissuta e creare le condizioni che permettono di condurre un’esistenza di questo tipo. Nasce così un nuovo tipo di psicologia – definita psicologia positiva – la cui “paternità” si attribuisce a Martin Seligman.
Fulcro della psicologia positiva è il benessere e l’obiettivo è quello di aumentare la prosperità nella vita delle persone attraverso un principio fondamentale secondo cui si può insegnare agli individui a essere più solidi nell’affrontare ogni accadimento della vita. In altre parole, anziché concentrarsi sul disagio, la psicologia positiva si focalizza su ciò che ci rende più forti, più felici e più soddisfatti rispetto alla norma. Ciò implica imparare a pensare in modo differente sia gli eventi positivi che gli eventi negativi, apprezzando il fatto che c’è più di un modo di vivere una vita emotivamente soddisfacente.
Ma cos’è il benessere? Filosofia, psicologia, scienze sociali hanno più volte tentato di definirlo e innumerevoli sono le opinioni e le teorie esplicitate nel corso dei secoli. Per Martin Seligman – e per chi insieme a lui da 20 anni sta lavorando a questi concetti – il benessere si sostanzia in 5 elementi misurabili: l’emozione positiva, l’impegno, le relazioni, il significato, la realizzazione. È su questi fattori che la psicologia positiva lavora da tempo con risultati più che apprezzabili in diversi ambiti: dall’Esercito alle Istituzioni scolastiche dal business alla oolitica. Per comprendere meglio le sue modalità d’intervento pensiamo all’addestramento dei piloti di caccia, selezionati tra gli individui più coraggiosi e non avvezzi a spaventarsi facilmente. Nonostante questo durante i training succedono molte cose che spaventano a morte perfino i più impavidi. Gli istruttori di volo però non ricorrono a un terapeuta per ridurre l’ansia dei candidati in modo da addestrarli a diventare piloti rilassati. Al contrario, l’insegnante dirige l’aereo in picchiata verso il suolo finché la recluta è spaventata a morte e, in preda al terrore, deve imparare a riprendere il controllo del velivolo e riportarlo in quota. Analogamente la psicologia positiva non annulla il “male” ma insegna ad affrontarlo sviluppando una resilienza maggiore alle avversità con un obiettivo ulteriore: non solo superarle per non farci sopraffare, ma andare oltre per conquistare il nostro benessere. Come dice Seligman nel suo libro Flourish “La capacità di prosperare – cioè di avere emozioni positive, significato, buoni risultati e relazioni positive – va ben oltre l’abilità nel minimizzare la sofferenza”, è una condizione che eleva l’individuo a uno stato di padronanza assoluta della propria vita e che incide notevolmente anche sulle sue performance in ambito professionale.
La ricerca dimostra che quando il nostro cervello è positivo la dopamina irrompe prepotentemente nel nostro sistema attivando i centri dell’apprendimento. Una mente positiva è il 19% più veloce e accurata nel prendere decisioni rispetto a una negativa, neutra o stressata. Allenare il nostro cervello alla felicità si può e farlo è di estremo interesse non solo a livello personale ma anche a livello di “sistema”. Persone mentalmente solide ed emotivamente positive sono la chiave per far crescere le organizzazioni in termini di produttività e redditività. Di questo ne sono più che convinti gli organizzatori del Positive Business Forum, l’evento di portata internazionale che il 27-28 marzo 2013 porterà in Italia i più importanti esponenti e studiosi del pensiero positivo del momento. Saranno presenti al Forum con l’obiettivo di spiegare, per la prima volta in termini economici e aziendali, come, aumentando la solidità e la resilienza dei propri collaboratori, le aziende possano portare a casa risultati incredibili anche in tempi di massima turbolenza.
Fra i nomi di spicco Martin Seligman, riferimento mondiale del movimento denominato Positive Psychology e autore dell’illuminante Flourish, best-seller in tutto il mondo, nel quale offre un panorama interessantissimo sulle componenti misurabili del concetto di felicità; John Medina – biologo molecolare e David Linden – neuroscienziato, studiosi dei modi con cui il nostro cervello apprende, ricorda e reagisce agli stimoli catalogati come positivi; Daniel Gilbert, ricercatore ad Harvard, conosciuto mondialmente per il suo best seller Stumbling on Happiness; Barry Schwartz, psicologo, nei suoi studi ha affrontato il tema del benessere in relazione alla ricchezza; Barry Schwartz, psicologo; Paul Zak, l’inventore del termine Neuroeconomia, a lui si deve la scoperta dell’influenza dell’ossitocina sulle relazioni di fiducia all’interno delle organizzazioni; Michelle Gielan, autrice di Happy week, una serie televisiva sulla promozione della felicità attraverso la comunicazione positiva, Shawn Achor, docente e ricercatore ad Harvard, il primo a essere chiamato dai principali istituti bancari americani per far ripartire l’economia dopo la crisi finanziaria del 2008; Marcial Francisco Losada, noto per aver scoperto un fenomeno che lega il successo di un’azienda al rapporto tra parole positive e negative utilizzate nell’ambito di una organizzazione.
Due giorni interamente dedicati all’esplorazione degli strumenti che la scienza positiva ci mette a disposizione per aumentare la nostra solidità maturando un atteggiamento positivo e reattivo, per perseguire l’ambizioso progetto di diffondere una cultura in controtendenza rispetto a una visione pessimistica che tende all’immobilismo come arma di difesa contro le difficoltà della vita.