Intesa migliore in Eu e prima per supporto alle Pmi

Intesa Sanpaolo si conferma la miglior banca europea secondo la classifica 2021 stilata dalla società di ricerca specializzata Institutional Investor. Inoltre è la miglior società italiana per le relazioni con gli analisti finanziari e gli investitori istituzionali e per gli aspetti ESG. Ma non solo.

Carlo Messina è il miglior chief executive officer per il quarto anno dall’introduzione, sei anni fa, della classifica che tiene conto del voto degli analisti finanziari e investitori istituzionali. Stefano Del Punta è risultato miglior chief financial officer per il quinto anno: Marco Delfrate è primo nella classifica dedicata agli investor relations professional per il quarto anno. I riconoscimenti sono stati attribuiti da Institutional Investor fornitore di ricerca indipendente con una reputazione presso analisti finanziari ed investitori istituzionali.

Prima banca italiana nel supporto finanziario alle imprese

Intesa Sanpaolo, partner istituzionale del Salone del Mobile.Milano ha messo a disposizione delle PMI dell’intero “Sistema Casa” due nuovi plafond, nell’ambito del programma Motore Italia. Obiettivo: favorire gli investimenti rivolti a ridurre l’impatto ambientale (1 miliardo di euro) e sviluppare le attività all’estero (500 milioni di euro).
La nuova misura di supporto è stata annunciata al Supersalone dove la banca ha organizzato un incontro per riflessione sulle opportunità di sviluppo del “Sistema Casa”.

Sanpaolo ha deciso di intervenire a fianco delle imprese del Made in Italy per contribuire al rilancio.
Sono intervenuti Stefano Boeri, architetto e presidente della Triennale di Milano e Gianluigi Venturini, direttore regionale Milano e provincia Intesa Sanpaolo. Si sono confrontati Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, Roberto Gavazzi, ceo Gruppo Boffi, Maria Porro, direttrice mkt e comunicazione Porro spa e presidente del Salone del Mobile.Milano. E’ intervenuta anche Anna Roscio, responsabile Sales&Marketing Imprese Intesa Sanpaolo.

L’industria del mobile è uno dei settori più dinamici

Lo studio “L’industria italiana del mobile: sfide e opportunità di crescita” di Gregorio De Felice, chief economist di della banca, ha evidenziato come l’industria del mobile sia uno dei settori più dinamici. Nel primo semestre 2021 il fatturato è già tornato oltre i livelli pre-pandemici, con un incremento del 12,9% rispetto al 2019. In Europa, solo Danimarca e Polonia hanno fatto meglio di noi. Le imprese medio-grandi sono le maggiori protagoniste della ripresa in corso.

Un settore in ripresa con un avanzo commerciale di 4,1 miliardi

In forte ripresa sia le vendite sul mercato interno sia le esportazioni. In particolare, si è registrato un balzo dei flussi di export verso Usa e Francia. Un buon contributo alla crescita è venuto anche dall’Asia (su tutti Cina, Corea del Sud e Qatar). È poi tornato ad ampliarsi l’avanzo commerciale del settore che nel primo semestre del 2021 ha raggiunto quota 4,1 miliardi di euro, su livelli di massimo storico. Digitale, ricerca e sviluppo, green, internazionalizzazione e capitale umano sono le priorità da affrontare nei prossimi anni. Le imprese italiane del mobile mostrano una buona diffusione di nuove tecnologie nei processi produttivi, ma sono in ritardo sul fronte dell’e-commerce.

La sostenibilità ripaga il business

Cresce l’attenzione all’ambiente e si rafforza l’evidenza che essere sostenibili produce evidenti vantaggi economici. Le imprese italiane del mobile con certificazioni ambientali o EMAS o FSC hanno registrato un aumento del fatturato del 6,7%. Il resto delle imprese del settore si è fermata a +1,8%. Un contributo importante in termini di sostenibilità può venire anche dalle filiere di prossimità, particolarmente diffuse in Italia. Le filiere locali consentono, infatti, un miglior controllo della salvaguardia ambientale e una divisione del lavoro «sostenibile».

Le iniziative di Sanpaolo per le imprese del “Sistema Casa”

La sostenibilità rappresenta il motivo che caratterizza il Salone del Mobile.Milano 2021, ispirato al tema dell’impatto ambientale, dell’eco-design, del riciclo e dell’utilizzo di nuovi materiali a impatto zero
Insieme a FederlegnoArredo, Intesa Sanpaolo riserva al settore un plafond di 1 miliardo di euro per linee di finanziamento in ambito S Loan e Circular Economy. Ma non solo.

Il gruppo bancario italiano è attivo con soluzioni per accompagnare le imprese verso la transizione sostenibile. Un plafond di 6 miliardi di euro è dedicato all’economia circolare e al Circular Economy Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cariplo Factory. Con S-Loans la banca supporta iniziative delle imprese verso la transizione sostenibile con un meccanismo di premio al raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità. La banca ha avviato anche S-Loan Climate Change, con garanzia SACE all’80%, che fornirà anche alle imprese associate a FederlegnoArredo uno strumento per la riduzione dell’impatto sul cambiamento climatico.

500 milioni a supporto di export e internazionalizzazione

A sostegno delle imprese del mobile, Intesa Sanpaolo mette a disposizione un nuovo plafond di 500 milioni di euro per finanziamenti a supporto dell’export e dell’internazionalizzazione. Inoltre dispone di una rete di circa 200 specialisti estero in affiancamento ai gestori per individuare le migliori soluzioni. Il rafforzamento dell’offerta e delle strutture consulenziali dedicate per le PMI rappresenta una delle aree di intervento strategiche di Motore Italia. Le iniziative e i plafond dedicati al settore rientrano nel programma Motore Italia, il piano strategico di Intesa Sanpaolo con 50 miliardi di euro disponibili. Investimento diretto a supportare crescita e liquidità finanziaria in un piano di interventi per aiutare le PMI ad affrontare la transizione sostenibile, in coerenza con le linee guida del PNRR.

Motore Italia anticamera del PNRR

Motore Italia corrisponde a una logica integrata con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ammontano a 120 miliardi di euro le risorse aggiuntive per le PMI che la banca mette a disposizione (su 400 miliardi complessivi) a integrazione delle risorse pubbliche nell’arco del PNRR. Investimenti per il rilancio del paese (ossia digitalizzazione, transizione ecologica, mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute).

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