Mi ricordo della Brexit: era di venerdì

Brexit: questo venerdì 24 giugno 2016 –  in pieno svolgimento dei Campionati Europei di calcio che vede partecipare e superare il turno  le squadre dell’Inghilterra, il Galles, l’Irlanda, l’Irlanda del Nord, ce lo ricorderemo per la decisione della popolazione della Gran Bretagna di uscire fuori dall’Europa. Quali sono state le altre giornate shock come oggi?

In finanza, si ricorda un lunedì nero. Era il 19 ottobre 1987: in quel giorno, i mercati mondiali subirono un’improvvisa discesa del valore dei titoli quotati. Il primo mercato colpito dal crollo fu Hong Kong, cui seguirono l’Europa occidentale e gli Stati Uniti d’America. Altri mercati avevano già accusato perdite per un margine rilevante. L’indice americano Dow Jones registrò una perdita del 22,61 %. L’improvviso crollo provocò danni anche ai mercati italiani. Il crollo risultò essere il più grave dell’intera storia economica. Il rischio di una nuova “grande depressione” fu però scongiurato, grazie alla ripresa.

Il 24 Ottobre del 1929, il giovedì nero, dopo mesi, o addirittura anni, di incertezze nel settore borsistico e degli investimenti, si ebbe al New York Stock Exchange un momento di panico: in poche ora circa 13 milioni di azioni furono vendute al ribasso. Era l’inizio della grande depressione. Il giovedì nero è stato il primo giorno in cui con chiarezza si andò profilando il più rovinoso crollo della borsa di Wall Street della storia, dopo alcuni anni di boom. Di lì a pochi giorni il crollo della borsa sarebbe diventato incontrollabile. Il giovedì è identificato come la prima delle giornate di contrattazione che definiscono il panico del 1929. Lunedì 21 ottobre era stato un giorno molto negativo. Quel giorno le vendite ammontarono a 6.091.879 seminando preoccupazione tra gli azionisti e tra gli stessi speculatori. Nel 1929 l’economia mondiale conobbe la più grave crisi della sua storia. Paragonabile, quasi, a una calamità naturale. La crisi economica del 1929 rappresentò un evento dalle gravi conseguenze per la stabilità dell’assetto mondiale.

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