Intervista a Massimo Palermo: come governare la Digital Trasformation

Le aziende devono affrontare la digital trasformation ovvero utilizzare la tecnologia in maniera innovativa per ottenere un vantaggio competitivo.Abbiamo intervistato Massimo Palermo, country sales director, Avaya Italia

Domanda. Parlando di Digital Transformation, qual è lo scenario attuale? In che direzione stanno andando le aziende?
Risposta. L’influenza della Digital Transformation sul mondo It è sempre più forte ed evidente; per mantenersi al passo con il ritmo che questa trasformazione impone, le aziende non possono far altro che decidere se “trasformarsi o sparire”, poiché nei prossimi anni sarà proprio la digital transformation a guidare “tutto ciò che è rilevante nel settore It”. Il messaggio è forte e chiaro, e deve necessariamente risuonare come un allarme per molte aziende, affinché siano stimolate a cercare nuovi vantaggi competitivi attraverso offerte di prodotti e servizi, valutare nuovi modelli di business, cercare nuovi clienti e sviluppare nuove relazioni con i clienti stessi, i fornitori e i distributori. Non va però dimenticato che, per un’azienda, moltiplicare le proprie possibilità di successo non significa solo saper utilizzare nella maniera più appropriata le tecnologie abilitanti dell’economia digitale ma anche mettere in atto una discontinuità nelle proprie strutture organizzative, oltre che nei processi e sistemi tradizionali. La trasformazione digitale è, per un’azienda, un vero e proprio viaggio da affrontare, e come tale va pianificato in tutti i minimi dettagli: la strategia, il percorso da seguire, le soste da fare così da stilare un primo bilancio della situazione e, se necessario, fare un aggiustamento della strategia, e infine la durata del viaggio. Durante il processo di pianificazione è fondamentale prendere in considerazione tutti gli ostacoli che potrebbero bloccarla. Solo in questo modo l’azienda potrà affrontare il cammino verso la Digital Tranformation sfruttando al meglio tutte le proprie potenzialità.

D.  Quali sono gli ostacoli più difficili da superare nel processo di trasformazione digitale?
R. Sappiamo tutti che l’automazione è una grande opportunità per tutte quelle imprese che vogliono compiere un percorso di trasformazione digitale, oltre che un’opportunità per i dipendenti di distaccarsi dai vecchi compiti svolti manualmente, che per loro natura non solo rallentano il ritmo aziendale, ma aumentano esponenzialmente la probabilità di commettere errori. Grazie all’automazione, le imprese potranno beneficiare di processi più fluidi e affidabili, che si svolgeranno non più alla “velocità umana”, ma alla ‘velocità del digitale’. Inoltre, l’automazione permetterà di collegare in modo più agevole e rapido proprio per la sua natura, quei processi (molti dei quali essenziali per l’azienda) che coinvolgono o attraversano le varie componenti dell’impresa, come piattaforme e applicazioni utilizzate in dipartimenti o unità diversi, in varie località. In questo modo, sarà possibile disporre al meglio delle proprie risorse, focalizzandosi su quello che è il disegno più grande – e, oserei dire, più importante – dell’impresa digitale, ossia come utilizzare la tecnologia in maniera innovativa per ottenere un vantaggio competitivo”.

AMMORTIZZARE I COSTI DEGLI INVESTIMENTI DEL PASSATO BLOCCA I PROCESSI DI TRASFORMAZIONE

“Ciononostante, sussiste un altro problema – oltre alle resistenze aziendali nei confronti di una crescente automazione dei processi – che rallenta il processo di trasformazione digitale. Mi riferisco, in particolare, alla “colpevolezza”, da parte di molte aziende, di voler mantenere sistemi legacy troppo a lungo, pensando ‘visto che funzionano ancora, possiamo andare avanti così’. Spesso questi sistemi sono il risultato di investimenti effettuati in passato che devono essere ammortizzati a tutti i costi, anche se ormai superati e inadeguati per il raggiungimento degli obiettivi aziendali attuali. In questo modo, però, resta molto poco a disposizione delle stesse aziende per investire nell’innovazione che davvero guida la trasformazione digitale, poiché spesso è proprio il ‘vecchio’ sistema il limite per cui non è possibile progredire e innovare realmente. La rete è spesso, proprio l’anello debole del disegno evolutivo, in quanto ancorata a vecchi schemi e architetture. Oltre che di tecnologie e sistemi superati (come database antiquati e sistemi PBX-legacy), è altrettanto fondamentale che le aziende si liberino della mentalità ‘rip-and-replace’, lavorando per offrire agli utenti nuove funzionalità che rispondano in tutto e per tutto alle loro esigenze.

D. Che ruolo gioca la data analitics all’interno del percorso di trasformazione digitale? Quali sono gli ostacoli che impediscono la sua applicazione?
R. Il valore dei Big Data e le potenzialità della data science in termini di cambiamento dello scenario aziendale sono sotto gli occhi di tutti, specialmente per quello che riguarda la capacità di assicurare effettivamente una customer experience di livello superiore e la capacità di costruire una visione a trecentosessanta gradi del cliente. Qual è, però, la reale utilità di tutti questi dati, se non si possono condividere e utilizzare all’interno dell’azienda? Per garantire ai clienti un’esperienza all’altezza delle loro aspettative, le imprese digitali devono necessariamente basarsi sulla condivisione delle informazioni e dei task fra le varie divisioni (come a es. marketing, vendite e customer operations) e le persone. Senza questa trasparenza e questa condivisione, l’azienda, considerata nella sua interezza, si trova ad avere una visione molto frammentaria del cliente, e il risultato è che i servizi non funzionano in maniera univoca, e l’azienda non si accorge di numerose opportunità addizionali di business che potrebbe sfruttare a proprio vantaggio. Quel che serve in ogni azienda è, quindi, un piano strutturato per una condivisione appropriata ed efficace delle informazioni tra i vari dipartimenti, in grado di creare una matrice informativa capace di stimolare la chiarezza e la collaborazione necessarie a far nascere quella “visione unica del cliente” dalla quale originare e derivare la trasformazione dell’azienda.

TUTTO IL POTERE AL MOBILE

D.  In che direzione si sta muovendo la Digital Transformation?

R. La trasformazione digitale andrà sempre di più nella direzione mobile; ogni azienda che lavora per diventare un’impresa digitale, dunque, non potrà che mettere il mobile al centro della sua strategia. Secondo quanto condiviso dall’istituto di ricerca Forrester, il mobile sarà, inoltre, il canale digitale che registrerà la crescita più rapida tra tutti quelli utilizzati dai brand per coinvolgere i consumatori (38% di tasso annuo di crescita composto). Per restare al passo con la velocità delle aziende del ventunesimo secolo e competere con quelle organizzazioni che stanno già rafforzando i propri investimenti in queste tecnologie, il mobile deve diventare una delle priorità principali, e deve essere posto al centro di ogni decisione aziendale relativa all’interazione con i clienti, ma anche tra le diverse funzioni aziendali. Sono assolutamente convinto che il mobile sia la leva tecnologica che può permettere alle imprese italiane di accelerare il passo verso la digital transformation. Al fine di implementare al meglio una strategia mobile efficace e funzionale, è necessario però che le aziende investano in sicurezza. In questo momento, infatti, la cybersecurity è probabilmente uno degli argomenti più dibattuti nel nostro settore, a causa soprattutto dei noti e recenti casi che hanno coinvolto le reti di alcune aziende. E questo tema, inoltre, continuerà a dominare la strategia di business nel campo della tecnologia, perché, come ha detto Haroon Meer, il fondatore di Thinkst, alla conferenza Black Hat, il futuro appare sì “fosco”, ma molto si può fare per cambiarlo. Partendo proprio da una strategia di sicurezza digitale ben strutturata, che sappia prevedere quale potrebbe essere il punto di attacco più interessante o vulnerabile per un potenziale hacker, ma che allo stesso tempo sia anche automatizzata, flessibile, olistica e mobile, ma soprattutto agile. Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che complessità e rigidità non si sposano bene con la sicurezza.
Solo un’evoluzione “sicura” è in grado di spingere un’azienda oltre i suoi confini, aiutandola e incoraggiandola a cogliere le opportunità che derivano dall’economia digitale e dalle sue applicazioni.  Le imprese che alla fine “sicuramente” sopravviveranno saranno solo quelle in grado di evolvere verso organizzazioni digitali. Le imprese capaci di adattare con velocità la propria organizzazione e le proprie applicazioni, migliorando la customer experience dei propri clienti e supportando la multicanalità, saranno quelle che otterranno un reale vantaggio competitivo.

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