Imprenditoria femminile, cresce il numero di start-up innovative “in rosa”

Le donne hanno sempre più voglia di fare impresa. E’ quanto emerge dai dati di InfoCamere relativi alle start-up femminili avviate nell’ultimo triennio, che mostrano come il numero di imprese innovative fondate o comunque guidate da donne sia in netto aumento. Ecco tutti i dettagli del fenomeno.

Le donne hanno sempre più voglia di fare impresa

Imprese innovative, aumentano le iniziative femminili

Con un incremento del 40% in due anni, le start-up innovative femminili fanno sentire sempre di più il proprio peso sul tessuto economico italiano: lo afferma una recente ricerca eseguita per l’Osservatorio sull’Imprenditorialità Femminile di UnionCamere, che evidenzia il crescente interesse per le giovani donne italiane verso il mondo dell’imprenditoria e dell’innovazione.

A fine settembre 2022, in particolare, il numero di imprese innovative femminili risultava aumentato di 572 unità (circa 2mila totali) rispetto allo stesso mese del 2019, a dimostrazione di come i processi di digitalizzazione e le nuove abitudini di consumo stiano influenzando in maniera ampia l’intero mercato italiano. Nel giro di tre anni, dunque, sono aumentate notevolmente le donne che hanno scelto di intraprendere un’avventura imprenditoriale in autonomia, con particolare riferimento per il mondo delle start-up, ossia delle aziende specializzate nel campo dello sviluppo, della produzione e della commercializzazione di beni e servizi innovativi e ad alto contenuto tecnologico.

L’analisi, però, non si ferma al solo dato generale ma va ad approfondire anche i maggiori settori di interesse delle nuove imprenditrici italiane, che per oltre il 70% (1455 aziende) si sono impegnate nel campo dei servizi alle imprese, mettendo a frutto nella gran parte dei casi le competenze acquisite nello studio e nelle precedenti esperienze lavorative come dipendenti. 306, invece, le attività iniziate in ambito manifatturiero e 91, ossia il 4,6% del totale, nel commercio, a completare il quadro dei settori economici più interessati dal fenomeno.

Digital e innovazione spingono l’imprenditoria femminile

L’aumento del numero di start-up innovative in Italia si lega ovviamente ai rapidi progressi avvenuti in questi anni, che hanno reso comune e diffuso a fasce eterogenee di utenza l’uso della tecnologia e, in particolare, dei servizi web e digital. Di fronte a questo cambiamento non potevano non moltiplicarsi le iniziative imprenditoriali volte a sfruttare proprio queste nuove soluzioni, non soltanto con riferimento ai grandi player del mercato che per esempio nel campo dell’intrattenimento hanno introdotto piattaforme e applicazioni per fruire di contenuti audiovisivi oppure per giocare ai vari svaghi da casino approfondendo al contempo informazioni riguardo all’assicurazione nel blackjack o alle diverse varianti di gioco, ma anche a progetti di portata più piccola, potenzialmente in grado di espandersi rapidamente sul mercato, dai portali di e-commerce alle più disparate app di pubblica utilità.

In questo vasto rinnovamento, non sorprende del tutto la forte partecipazione femminile ai progetti innovativi, anche perché le donne risultano sempre più impegnate in diversi settori come quello dei servizi di comunicazione o delle attività in ambito finanziario e assicurativo, di conseguenza le maggiori competenze acquisite sul campo permettono alle giovani italiane di essere sempre più pronte ad affrontare il mercato del lavoro in piena autonomia. Ampliando il discorso all’intero quadro imprenditoriale italiano, infatti, le imprese femminili hanno ormai superato il 22% del totale, per un numero di 1 milione e 342mila attività suddivise nei vari ambiti.

Le imprese femminili hanno ormai superato il 22% del totale

Come si dividono le start-up femminili sul territorio italiano

Un’ultima analisi va fatta riguardo alla suddivisione territoriale delle start-up femminili, che addirittura per oltre il 50% si concentrano in sole quattro regioni italiane, ossia Lombardia, Lazio, Campania ed Emilia Romagna. Escludendo il primato lombardo, centro e sud Italia risultano dunque molto più attivi da questo punto di vista, anche in virtù del desiderio di tanti giovani di diventare protagonisti del proprio futuro in aree che storicamente non offrono molte prospettive in campo lavorativo.

Complessivamente, nel centro-sud le imprese femminili rappresentano più del 23% del totale, con picchi in Molise (27%), Basilicata (26%) e Abruzzo (25%), ma proprio la forte crescita delle iniziative ad alto valore tecnologico sembra poter spostare ulteriormente l’ago della bilancia facendo lievitare le percentuali nelle altre regioni già citate e dunque allineando lentamente il Mezzogiorno alle regioni settentrionali.

Il trend è senza dubbio positivo e gli esperti sono pronti a scommettere su un’ulteriore crescita della partecipazione femminile nel campo dell’imprenditoria innovativa, con la speranza che le università possano supportare questo processo con attività accademiche sempre più efficaci.

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