Che impatto ha l’azione dell’UE per le persone con disabilità?

La Corte dei conti europea ha verificato se l’azione dell’UE abbia sostenuto le persone con disabilità nei vari Stati membri.

Giovedì 12 ottobre alle ore 11:00 (ora legale dell’Europa centrale) si terrà un punto stampa ufficiale in inglese. In quell’occasione saranno fornite dettagliate informazioni sull’audit. E inoltre le spiegazioni sul contesto in cui si collocano le conclusioni e le raccomandazioni della Corte. Sarà presente e relatore Stef Blok, Membro della Corte dei conti europea, e con gli auditor.

Informazioni sul contesto

Circa un quarto dei cittadini dell’UE di età superiore a 16 anni dichiara di avere una disabilità fisica o intellettiva che ne limita le attività quotidiane. Gli Stati membri sono in prima linea nell’offrire aiuto alle persone con disabilità, dal momento che le politiche di inclusione sociale ricadono principalmente sotto la loro responsabilità. Mentre il ruolo dell’UE è quello di assicurare sostegno e coordinamento. Ad esempio, già nel 1998 l’UE aveva introdotto con successo il permesso di parcheggio per le persone con disabilità. La politica dell’UE in questo ambito si è evoluta nel tempo.

La Corte dei conti europea ha valutato l’impostazione della strategia UE 2021‑2030 a tutela dei diritti delle persone con disabilità

Ha inoltre esaminato se i finanziamenti UE disponibili abbiano risposto efficacemente ai loro bisogni. Inoltre se i criteri adottati dagli Stati membri per certificare lo stato di disabilità consentissero il riconoscimento reciproco. Le verifiche di audit sono state condotte in quattro Stati membri: Spagna, Paesi Bassi, Romania e Svezia. In aggiunta, la Corte ha controllato se la Commissione disponesse di una precisa visione d’insieme basata su statistiche confrontabili. E anche se le istituzioni dell’UE diano il buon esempio quando si tratta di assumere persone con disabilità.

Nei giorni successivi forniremo il risultato di questa analisi e i rsoconti completi.

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