Terremoto: al via nuovi bonus fiscali per l’antisismica

I bonus fiscali per la messa in sicurezza antisismica esistenti stano per essere rivisti dal Governo che ha deciso di rivedere le detrazioni del 65% per le ristrutturazioni.

Gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica rientrano “fra i lavori che fruiscono della detrazione per lavori di ristrutturazione, a condizione che siano realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendano interi edifici (se riguardano i centri storici, devono essere eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari)”.

LE REGOLE DA RISPETTARE

Per queste spese, la prima condizione è che le procedure autorizzatorie siano state attivate a decorrere dal 4 agosto del 2013 ed entro la fine del 2016. La seconda è che gli edifici ricadano nelle zone sismiche ad alta pericolosità: zone 1 e 2, identificate con l’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, riferite a costruzioni adibite ad abitazione principale o ad attività produttive. La detrazione è calcolata su un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare ed è pari al 65% fino al 31 dicembre prossimo. I 50 milioni stanziati negli scorsi giorni dal Consiglio dei Ministri sono a carico del Fondo nazionale per le emergenze che dispone complessivamente di 234 milioni di euro. Al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan il CdM ha invece chiesto di adottare un decreto per differire il pagamento dei tributdovuti dai soggetti residenti nei territori più colpiti. Le detrazioni possono essere utilizzate da soggetti passivi Irpef e Ires, sempre che le spese siano rimaste a loro carico, che possiedano o detengano l’immobile in base a un titolo idoneo (diritto di proprietà o altro diritto reale, contratto di locazione, o altro diritto personale di godimento).

PERCHE’ I BONUS FINO A OGGI NON HANNO FUNZIONATO?

Questo sistema di incentivazione fino a oggi non ha funzionato. I motivi sono molteplici. C’è una questione legata all’alto costo degli interventi, che male si adattano a un meccanismo pensato per investimenti piccoli. E c’è il problema di misurare questi adeguamenti: al momento non esiste un sistema di regole capace di certificare quali siano le ristrutturazioni realmente efficaci dal punto di vista sismico. Da queste questioni nasce l’intervento che, in queste ore, sta prendendo forma al Ministero delle Infrastrutture e che dovrebbe trovare la sua forma definitiva all’interno della legge di Stabilità. Si sta cercando di semplificare il bonus, rendendolo meno oneroso per i privati e più facilmente accessibile ai condomini. Una strada possibile – oggetto di valutazione – potrebbe essere quella di coinvolgere nelle operazioni gli istituti di credito. Potrebbero essere sfruttati tramite una cessione del credito, anticipando gli investimenti. Si sta lavorando anche per dare un ordine di priorità agli edifici ai quali indirizzare gli incentivi. In questo senso il Ministero è già al lavoro sulle linee guida per la classificazione antisismica degli edifici: saranno utilizzate per monitorare il patrimonio esistente, indicando quali sono quei fabbricati per i quali bisogna intervenire con più urgenza.

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