Si possono superare le barriere che frenano la diffusione dell’ e-invoicing? Ricoh ha una risposta

Virgilio Arciero_RicohIl Parlamento Europeo ha sostenuto la proposta della Commissione relativa alla creazione di uno standard comune a tutta l’area europea per l’e-invoicing nell’ambito del procurement pubblico. Un ulteriore passo verso la creazione di un mercato digitale unico in Europa. L’Italia fa passi avanti: dal prossimo 6 giugno la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria verso la Pubblica Amministrazione centrale e dal 31 marzo 2015 l’obbligo verrà esteso anche a tutti gli enti locali.Fino a questo momento lo sviluppo di standard relativi alla fatturazione elettronica è avvenuto a livello di singolo Paese e questo, da un lato, ha limitato l’interoperabilità e, dall’altro, si è tradotto in un aumento dei costi per le aziende con attività di fatturazione elettronica cross-border. Non sorprende quindi il fatto che l’adozione dell’e-invoicing in Europa sia stata fino a questo momento piuttosto limitata: le fatture elettroniche rappresentano solo dal 4% al 15% sul totale delle fatture inviate . La frammentazione degli standard porta a inefficienze e rappresenta un ostacolo a una diffusione più ampia dell’e-invoicing in particolare per le piccole e medie imprese.

Verso una PA senza carta

“La proposta della Commissione Europea che punta allo sviluppo di nuovi standard europei per l’e-invoicing rappresenta una grande opportunità per milioni di imprese poiché velocizza e semplifica la trasformazione digitale dei processi aziendali”, dice Virgilio Arciero, (nella foto sopra) head of OSB line of business di Ricoh Italia. “I benefici della creazione di uno standard comune sono molteplici sia per la Pubblica Amministrazione sia per le aziende e includono ad esempio riduzione dei costi e aumento dell’efficienza. Ci si avvicina sempre più all’obiettivo posto dall’Unione Europea: creare una pubblica amministrazione paperless”.

Come stanno procedendo in questo senso gli altri paesi europei?

“La tecnologia è alla base del procurement pubblico in Paesi come Italia, Danimarca, Austria, Svizzera e Finlandia”, prosegue Arciero. “Grazie all’e-invoicing, ogni anno i contribuenti danesi risparmiano 150 milioni di euro e le aziende riducono i costi di 50 milioni”.

E in Italia?

“L’e-procurement nel nostro paese consente di risparmiare oltre 3 miliardi di euro. La Commissione evidenzia inoltre come, se implementata nel procurement pubblico di tutta l’Unione Europea, la fatturazione elettronica consentirebbe di risparmiare 2,3 miliardi di euro all’anno”.

Una ricerca sponsorizzata da Ricoh mostra che i costi per il trattamento di una fattura passiva cartacea equivalgono a 17,60 euro, mentre per una fattura elettronica il costo è di 6,70 euro. Per l’emissione di una fattura cartacea occorrono invece 11,10 euro, un costo che si riduce a 4,70 euro se il processo viene gestito digitalmente. Le aziende possono investire quanto risparmiato grazie alla fatturazione elettronica per innovare, supportare l’espansione del business e contribuire alla crescita economica.

Servizi digitali per migliorare la competitività dell’Europa

Il Parlamento europeo ha approvato un pacchetto di investimenti dell’ammontare di 1 miliardo di euro per supportare progetti digitali pan-europei e reti a banda larga ad alta velocità. Questo progetto fa parte del “meccanismo per collegare l’Europa” (Connecting Europe Facility), un piano sviluppato dalla Commissione Europea per migliorare le reti europee di trasporto, energia e digitali. La maggior parte di questi fondi è destinata a servizi digitali: infrastrutture, piattaforme pan-europee per la fatturazione elettronica e servizi pubblici transfrontalieri. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile della Digital Agenda for Europe, sostiene che la fatturazione elettronica è uno dei principali ambiti che consentiranno all’Europa di realizzare un unico mercato digitale senza barriere.

Le aziende sono pronte per la trasformazione digitale?

Rimangono comunque ancora molte sfide da affrontare. “Da una recente ricerca commissionata da Ricoh Europe è emerso come il 63% delle aziende europee sia ancora lontano dalla trasformazione digitale”, prosegue Arciero. “Molte imprese sono caute e lente nel passaggio al digitale perché non hanno ben chiaro quali siano i benefici che ne potrebbero derivare. Le aziende non possono più ignorare i vantaggi della rivoluzione digitale che dovrebbe essere facilitata dai nuovi standard europei. Il prossimo passo per le imprese è rivedere e innovare le modalità operative, le tecnologie e i processi. Questi aspetti sono la premessa per ottenere i vantaggi dell’era digitale”.

Secondo Ricoh  – www.ricoh.it – uno principali aspetti da considerare è rappresentato dalle modalità con cui passare dal cartaceo al digitale, un passaggio che non può avvenire dall’oggi al domani ma che richiede diversi step strutturati e per il quale bisogna considerare l’intero processo di fatturazione e non semplicemente l’output finale. Ricoh in sostanza suggerisce alle aziende e alla Pa di affidarsi ad esperti che, partendo da una fase di analisi dei processi documentali, riescano a gestire il passaggio al digitale in maniera graduale considerando anche i cambiamenti organizzativi mediante piani di change management.

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