Presidenza Confindustria: ecco i papabili

Domani 28 gennaio si svolgerà l’annuale il consiglio generale di Confindustria che avrà il gradito compito di nominerà i tre saggi che accoglieranno le candidature degli aspiranti successori di Giorgio Squinzi. I candidati che, attraverso i saggi, raccoglieranno almeno il 20% dei consensi dei potenziali votanti potranno mettersi in lizza per la poltrona più importante di viale dell’Astronomia (sede della Confindustria a Roma).

Vincerà un uomo del dialogo come Alberto Vacchi, oppure sarà la volta di Aurelio Regina già vicepresidente sotto la guida di Giorgio Squinzi e attuale presidente del Sigaro Toscano dopo essere stato per  anni braccio destro di Maccaferri, oppure sarà la volta di un autentico outsider?

Alberto Vacchi che è a capo di Unindustria Bologna ha dichiarato più volte la sua disponibilità a presentarsi Era difficile continuare a restare nel limbo. Confermo la mia candidatura dopo una riflessione profonda e dopo aver raccolto sollecitazioni e stimoli di colleghi di molte realtà territoriali, con cui mi sono confrontato a lungo sui temi da affrontare per dare ulteriore slancio all’economia italiana, nell’interesse non solo delle imprese ma di tutta la società”.

52 anni, bolognese, Vacchi dal 1996 guida l’azienda di famiglia Ima di Ozzano Emilia (in provincia di Bologna), leader nel packaging per l’industria farmaceutica, la cosmesi e l’industria alimentare con 4.600 dipendenti.

Il suo programma elettorale fa leva su un approccio dialettico. “Nella mia carriera, in azienda e in associazione ho imparato l’importanza del confronto e del dialogo orizzontale, non calato dall’alto. Credo, da un lato, di poter portare utilmente la mia esperienza su una scala più ampia e, dall’altro lato, che la via Emilia sia un modello da cui si possono prendere spunti interessanti da travasare nel contesto nazionale”.

 

Regina, l’uomo del cambio di passo

 

Vacchi dovrà confrontarsi con Aurelio Regina, presidente del Sigaro Toscano ed ex presidente di Unindustria, vicepresidente di Squinzi fino al maggio 2014 con delega allo Sviluppo economico, il quale si era auto-proposto con un’intervista al Foglio lo scorso 22 ottobre. “Credo sia arrivato il momento di dare una decisiva accelerata al cambiamento di Confindustria. La parola chiave per il futuro dell’associazione non può essere soltanto un generico richiamo alla discontinuità, ma dev’essere la presa d’atto che una fase è finita e che la nostra associazione deve fare i conti con un periodo storico in cui non si può continuare a ignorare che la stagione della grande concertazione, con tutte le sue meccaniche, i suoi tic, i suoi paradossi, semplicemente non esiste più. Da qui dobbiamo ricominciare”.

 

I candidati nell’ombra

 

Per ora quindi il duello sembra essere a due, Regina contro Vacchi. Ma secondo rumors di settore, altri candidati si starebbero scaldando nell’ombra, pronti a farsi avanti a ridosso dell’insediamento dei tre saggi. I nomi? Inutile bruciarli, meglio aspettare.

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