Olimpiadi, innovazione e Pmi

C’è un parallelismo possibile tra le giovani nuotatrici dell’Olimpiadi di Rio 2016 che stanno riempiendo le nostre notti assonnate e le giovani  – e già grandi  – imprese che lottano tutti i giorni per emergere in ogni angolo della Terra.

Le giovani atlete del nuoto arrivano ai blocchi di partenza con volti da bambine quasi scolarette. Hanno l’età delle nostre nipoti, figlie, sorelle più piccole. Leggere e apparentemente così fragili ma capaci allo stesso tempo di regalarci emozioni uniche, frutto di una maturià psico fisica costruita con sacrificio. Sensazioni inconsuete. Capaci di esprimere un’energia, vivacità e preparazione lontane dalle coetanee delle loro stessa generazione così spesso disimpegnate. Caparbie e potenti sono il frutto di costanza e allenamenti continui, organizzazione, sacrifici, tanto lavoro e applicazione.

Così ci piace pensare ai giovani imprenditori che cercano di farsi strada nel mondo delle imprese. Startupper entusiasti con la voglia di fare. Emergere in un mondo abitato da squali, detrattori, poteri economici e finanziari antichi e farraginosi. Eppure tra creatività, ingegno, caparbietà e ideali negli ultimi dieci anni sono nate e cresciute centinaia di piccole aziende che sono diventate grandi grazie a intuizione e sacrificio. Che sono riuscite non solo a portare una folata di novità, prodotti e servizi migliori alla ribalta dei consumi e dei mercati, ma che ci hanno anche insegnato quanto credere e investire nell’innovazione continua sia esiziale per un sistema economico che voglia progredire davvero.

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