Le difficoltà del nuovo Codice della Crisi d’impresa

A livello nazionale ci sono solo 485 istanze e altri 545 ricorsi sono fermi perché in attesa di documenti rilasciati da Inps e Agenzia delle Entrate. A distanza di 4 mesi dall’entrata in vigore del Codice, i numeri evidenziano che il nuovo istituto per la negoziazione della crisi d’impresa fatica ad essere applicato.

Il Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza: prime applicazioni giurisprudenziali ed esperienze a confronto

E’ quanto emerso nel corso del convegno “Il Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza: prime applicazioni giurisprudenziali ed esperienze a confronto”. Un convegno organizzato dall’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti contabili di Roma, presieduto da Giovanni Cali. E inoltre dalla Fondazione Telos – Centro Studi dell’Odcec di Roma, guidata da Andrea Borghini. “Questo primo confronto ha messo in evidenza luci e ombre delle nuove norme, ma sono state anche indicate possibili strade per una loro più efficace applicazione. Tutti gli attori coinvolti hanno dato un contributo fondamentale. Ci auguriamo che la discussione possa proseguire con lo stesso spirito collaborativo nell’interesse del Paese e del suo tessuto imprenditoriale”. Lo ha detto Andrea Borghini, presidente della Fondazione Telos.

Erano presenti numerosi rappresentanti della magistratura

L’evento ha visto la presenza di numerosi rappresentanti della magistratura, della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre è stato trasmesso in diretta streaming con oltre 600 partecipanti collegati e più di 100 in platea. Un dibattito che ha visto la partecipazione dei vertici delle sezioni fallimentari dei principali tribunali italiani e che ha aperto la via a una riflessione sulle opportunità offerte dall’entrata in vigore del nuovo Codice. Ma anche sulle difficoltà applicative che coinvolgono tutti gli attori in campo. Da qui la volontà espressa dai presidenti delle sezioni fallimentari di Milano, Napoli e Roma – Caterina Macchi, Gian Piero Scoppa e Stefano Cardinali – di affrontare la sfida. Ma come? Seguendo un percorso di continuo confronto, con l’obiettivo di determinare un’uniformità degli orientamenti giurisprudenziali sull’intero territorio nazionale.

Occorre innescare meccanismi virtuosi

Un rodaggio che richiede tempo ma anche un cambiamento culturale. Occorre innescare meccanismi virtuosi che possano far superare i ritardi con i quali vengono affrontate le crisi aziendali. Occorre maggiore tempestività – per agire ai primi segnali di crisi e prima che insorga l’insolvenza. Ma serve anche responsabilità. Ognuno deve fare la sua parte: magistrati, professionisti, Agenzia delle Entrate e Inps.

Alcune nuove norme introdotte dal Codice sarebbero gravose

“Negli ultimi anni c’è stata da parte del legislatore la tendenza a dare maggiori responsabilità al professionista. Sarebbe opportuno, nell’interesse di tutti, che nel momento di cambiare le norme il legislatore chiamasse più spesso ai tavoli i professionisti del settore. Coloro che quotidianamente si confrontano con i problemi reali delle procedure”. Lo sottolinea Maurizio De Filippo, consigliere di Gestione della Fondazione Telos. De Filippo è critico su alcune nuove norme introdotte dal Codice della crisi che ha definito “gravose. E noltre ingiustificate e con enormi responsabilità e adempimenti a carico del professionista”.

Riflessioni e considerazioni sulle applicazioni

All’incontro hanno dato il loro contributo Giuseppe Di Salvo, presidente della Sezione Imprese del Tribunale di Roma, Sergio Rossetti, giudice delegato presso il Tribunale di Milano. E Livia De Gennaro, giudice delegato presso il Tribunale di Napoli. La seconda sessione, moderata da Lodovico Zocca (consigliere di gestione della Fondazione Telos), è stata dedicata al “Concordato preventivo”. Antonino La Malfa, presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma, Marco Pugliese, giudice delegato presso il Tribunale di Napoli, e Vincenza Agnese, giudice delegato presso il Tribunale di Milano, hanno sottolineato come i primi casi trattati hanno già fatto emergere riflessioni e considerazioni sulle applicazioni.

Liquidazione giudiziale e aspetti penali

Nelle altre due sessioni sono stati approfonditi i temi della “Liquidazione giudiziale” e degli “Aspetti penali” con gli interventi dei magistrati Francesco Pipicelli, Francesco Paolo Feo, Stefano Cardinali, Roberto Fontana, Sergio Raimondi e Giorgio Orano, moderati da Maurizio De Filippo (consigliere di gestione della Fondazione Telos) e Marco Costantini (presidente della Scuola di Alta Formazione dell’Odcec di Roma).

Nella foto da sinistra Pipicelli, Feo, Cardinali e De Filippo
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