La tuta in 3D (Formlabs) che monitora la riabilitazione

TEDH, Laboratorio di Ricerca del Dipartimento di Design, ha realizzato un dispositivo wearable in tessuto smart per monitorare la riabilitazione motoria e cardiocircolatorio.

E trasmette i dati a uno smartphone

L’attività fisioterapica svolta in autonomia da un paziente a casa, ha un ruolo fondamentale nel percorso di riabilitazione in seguito a traumi o lesioni.

E’ necessario che gli esercizi siano svolti correttamente e che il fisioterapista possa monitorare i progressi del paziente.

TEDH ha realizzato, con l’ausilio della stampa 3D, il progetto TUTA in collaborazione con il Centro Riabilitativo “Villa Beretta” di Costamasnaga (CO) e UNIVERLECCO.

Partendo dall’ascolto e dall’analisi delle esigenze di pazienti, fisioterapisti, medici e persone che aiutano il paziente nella riabilitazione è nato un dispositivo in tessuto smart.

Facilmente indossabile è in grado di monitorare la riabilitazione sia dal punto di vista motorio che cardiorespiratorio.

Per realizzare le scocche che contengono l’elettronica e gli alloggi collegati al tessuto su cui posizionarli il gruppo si è quindi rivolto alla stampa 3D.

Le stampanti stereolitografiche di Formlabs e le resine disponibili hanno permesso di sperimentare diverse forme e materiali, fino a individuare la soluzione perfetta.

Paolo Perego, ricercatore presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano

A ogni TUTA vengono collegati 14 dispositivi, 7 nella parte superiore e 7 in quella inferiore che devono funzionare  correttamente evitando una connessione parziale.

Il sistema deve prevedere che gli enclosure contenenti l’elettronica siano facilmente collegabili e che si possano accendere semplicemente.

Il TEDH ha sviluppato due tipi di dispositivi:

uno per la sola misurazione dei movimenti

uno per il monitoraggio multiparametrico che, posto sul tronco, permette di misurare sia i movimenti, che la respirazione e il battito cardiaco.

I dispositivi, collegati al tessuto, raccolgono dati che vengono poi trasmessi a uno smartphone, permettendo al medico di analizzare e esaminare i progressi del paziente.

In futuro sarà possibile per il paziente vedere sul telefono l’esercizio, svolgerlo e infine ricevere feedback sull’esecuzione corretta o meno.

“Negli ultimi anni stiamo assistendo a sempre più applicazioni della stampa 3D nell’ambito della medicina e della riabilitazione.

Dalle ortesi per i bambini affetti da paralisi cerebrale, agli strumenti chirurgici su misura per il paziente, alle soluzioni nate in seguito all’emergenza COVID-19.

Crediamo che ora sia ancora più importante in un periodo in cui le misure per il contenimento del Coronavirus rendono meno sicuro recarsi nei centri per la riabilitazione”.

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