I consumatori italiani hanno poca fiducia negli obliettivi di inflazione delle Banche Centrali e nelle politiche economiche del Governo

I CONSUMATORI ITALIANI HANNO POCA FIDUCIA NEGLI OBIETTIVI D’INFLAZIONE DEFINITI DALLE BANCHE CENTRALI E NELLE POLITICHE ECONOMICHE DEL GOVERNO – I RISULTATI DELL’INDAGINE M&G YOUGOV INFLATION EXPECTATIONS SURVEY

In Italia e nella maggior parte dei Paesi europei, ci si aspetta che l’inflazione si manterrà costantemente al di sopra degli obiettivi delle banche centrali

I consumatori italiani hanno scarsa fiducia nell’eventualità che l’inflazione in Italia scenda al di sotto degli attuali livelli nel breve e medio termine

I consumatori non hanno fiducia nelle misure economiche adottate dai propri governi

 

Milano, 8 luglio 2013 – I consumatori non hanno fiducia nella capacità delle banche centrali di tenere l’inflazione entro gli obiettivi previsti a breve e medio termine, questi i risultati della prima M&G YouGov Inflation Expectations Survey, un’indagine trimestrale sulle aspettative d’inflazione. L’indagine valuta le opinioni dei consumatori di Italia, Austria, Francia, Germania, Hong Kong, Regno Unito, Singapore, Spagna e Svizzera1 ed è la prima del genere a coinvolgere un campione così ampio in Europa e Asia sulle aspettative legate all’inflazione. In Italia l’indagine ha interessato una base di 1002 rispondenti distribuiti su tutto il territorio nazionale.

 

M&G ha condotto una prima tranche di indagini a febbraio, e poi una seconda a maggio a titolo comparativo. I risultati indicano che la maggior parte dei consumatori europei, e anche gli intervistati in Italia, si attende un rallentamento del tasso d’inflazione nei dodici mesi successivi. Questo dato non sorprende, alla luce della flessione di circa il 7% subita dai prezzi delle materie prime a partire dalla fine di gennaio 20132. Nello stesso periodo, i consumatori hanno inoltre beneficiato di un calo del 6% del prezzo del petrolio3.

 

Sebbene in Italia le aspettative d’inflazione dei consumatori nel medio termine (5 anni) siano scese dal 3,3% al 3,0% dall’inizio di quest’anno, esse rimangono ancora saldamente al di sopra dell’obiettivo del 2,0% definito dalla Banca Centrale Europea per i prossimi dodici mesi e cinque anni. I dati sono superiori anche al tasso d’inflazione locale in Italia, che è attualmente dell’1,3%.

 

“La Banca Centrale Europea ritiene che tenere le aspettative d’inflazione ancorate a livelli allineati con il suo obiettivo d’inflazione di poco inferiore al 2% sia d’importanza vitale, e troverà preoccupanti i risultati dell’indagine M&G YouGov sulle aspettative d’inflazione. Tali risultati indicano che, nonostante gli attuali problemi di disoccupazione elevata e crescita inferiore all’andamento tendenziale in alcune parti dell’Eurozona, i consumatori in Italia hanno aspettative d’inflazione a medio termine del 3,0%, un livello superiore all’obiettivo della BCE”, ha affermato Jim Leaviss, Head of Retail Fixed Income di M&G.

 

 

Da febbraio, gli intervistati in Francia, Germania e Spagna hanno anch’essi rivisto al ribasso le loro aspettative d’inflazione a cinque anni, che a Hong Kong e Singapore si sono invece mantenute a livelli elevati, rispettivamente pari al 5,8% e 5,0%.

 

Tutti i Paesi dell’Unione Monetaria Europea in cui è stata condotta l’indagine si attendono un’inflazione uguale o superiore all’obiettivo ufficiale della Banca Centrale Europea nei prossimi dodici mesi e cinque anni. Tutti i Paesi prevedono che tra cinque anni l’inflazione sarà più elevata dell’attuale, mentre quattro – Italia, Hong Kong, Singapore e Spagna – si attendono livelli uguali o superiori al 3,0% già dai qui a un anno.

 

Altri dati dimostrano che l’aumento dell’inflazione è motivo di preoccupazione per la maggior parte degli intervistati e le loro famiglie in Italia (79%), come pure in Francia (76%), Hong Kong (83%), Singapore (85%), Spagna (75%) e Regno Unito (61%). Alle domande inerenti al loro reddito personale, gli italiani intervistati hanno per la maggior parte risposto di attendersi un calo del proprio reddito netto nell’arco dei dodici mesi successivi. Le stesse aspettative sono state rilevate in Francia e Spagna.

 

La maggioranza degli intervistati in tutte le regioni, fatta eccezione per Singapore e Svizzera, non crede che la rispettiva banca centrale stia perseguendo le politiche più appropriate per conseguire una stabilizzazione dei prezzi a medio termine.

 

Inoltre, la maggior parte dei partecipanti all’indagine in Italia (59%), Francia (59%), Spagna (73%) e Regno Unito (50%) non ritiene che il proprio governo stia attualmente seguendo le politiche economiche corrette.

 

– Fine –

 

1 A maggio 2013 YouGov ha intervistato i campioni di seguito indicati nei paesi elencati. Tutte le indagini sono state condotte on-line e i dati sono stati ponderati in modo da essere rappresentativi di ogni popolazione:

 

 

 

2 TR/J CRB Commodity Excess Return Index 31/1/13-31/5/13

3 Prezzo spot del greggio WTI Cushing 31/1/13 -31/5/13

 

Metodologia delle aspettative d’inflazione

Il team Retail Fixed Interest di M&G analizza i dati statistici per le risposte alla prima e alla seconda domanda dell’indagine (ossia i tassi d’inflazione annua attesi per i prossimi 12 mesi e 5 anni). A tal fine, tutte le risposte sono inizialmente classificate in ordine ascendente e in seguito vengono determinati vari percentili. In questo contesto, i percentili sono tassi d’inflazione attesi al di sotto dei quali è possibile trovare una certa percentuale di risposte. Per esempio, il 50° percentile, la cosiddetta mediana, è il valore medio della distribuzione, che suddivide l’insieme dei dati in un 50% inferiore e uno superiore. Se vi è un numero pari di valori, la mediana è determinata calcolando la media dei due valori medi. Nell’analisi statistica dell’indagine, abbiamo scelto di usare la mediana anziché la media aritmetica perché la mediana è meno influenzata dai valori estremi. Al fine di determinare la dispersione delle risposte, si assume la differenza tra il 75° e il 25° percentile. Infine, il numero di risposte “non so”, viene diviso per il numero totale di risposte e la percentuale risultante viene rilevata come un indicatore del livello di incertezza in merito all’inflazione riscontrato tra gli intervistati. L’elaborazione dei dati per le domande rimanenti (dalla 3 alla 6) è curata da YouGov. In questo caso, i valori percentuali per ogni opzione di risposta vengono calcolati dividendo il numero di risposte rispettive per il numero totale di risposte.

 

 

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