Flussi di informazioni in azienda. Qual è il valore dei report?

La raccolta dati – attraverso un report – per le aziende è diventato un processo necessario, oltre che utile. Il problema oggi non è il flusso di informazioni che, con l’evoluzione del mercato e l’ampliamento dei canali di comunicazione, è diventato corposo e vario. Ma il suo corretto utilizzo a fini strategici. Una corretta e costante raccolta dati è fondamentale per conoscere bene i propri clienti, le loro abitudini e le loro preferenze rispetto a prodotti e servizi. E soprattutto per capire in maniera immediata l’andamento di un azione di mercato e intervenire con tempestività in caso di problemi.

La data analysis deve però essere condotta con il supporto della tecnologia per velocizzare l’acquisizione. E questo le aziende hanno iniziato a capirlo, anche se il percorso è ancora lungo. Il Covid-19 ha accelerato la richiesta di informazione e formazione in ambito digitale. Molte realtà hanno riorganizzato il proprio lavoro con sistemi di controllo di gestione. Questo per rimanere in contatto con clienti, fornitori e collaboratori anche quando c’è stata la chiusura forzata di tutte le attività.

Secondo Atlante i4.0, progetto promosso da Unioncamere-Mise, e Punto Digitale Imprese, realizzato dalle Camere di Commercio, le PMI digitalizzate in Italia sono circa il 50%, anche se non a livelli elevati. Resta un 35% di aziende che proprio non conosce il digitale e soprattutto manca il personale qualificato in queste discipline. Secondo i dati solo il 13% delle aziende ha uno staff esperto nel digitale e utilizza la business intelligence per organizzare le attività. Bisogna continuare a spingere le attività verso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza dei vantaggi del digitale. Per proporre loro modelli efficaci, già testati in altre realtà, e prassi consolidate nella gestione aziendale.
Una delle prassi più proficue per gli imprenditori è la reportistica. Uno degli elementi dei sistemi di controllo di gestione e serve per raccogliere tutte le informazioni specifiche di una determinata operazione.

Che valore hanno i report

La produzione costante dei report ha un valore importante per l’azienda. Attraverso i report si possono velocizzare processi decisionali, basati sull’esattezza dei dati. E in più pianificare con più precisione eventuali nuovi investimenti. Bisogna però costruire sistemi completi di reporting aziendale, che possano essere esaustivi e utili all’obiettivo che si desidera ottenere. A questo scopo, può essere necessario il supporto di un esperto di analisi dati. Esperto in grado di interpretare a livello strategico le informazioni a disposizione e renderle efficaci per l’azienda. Un esperto che consiglia la periodicità della realizzazione dei report e i KPI da prendere in considerazione. Inoltre suggerisce le azioni per ottimizzare i processi e le tipologie di report necessarie per incanalare il flusso di informazioni ai corretti destinatari.

Le diverse tipologie

Le tipologie di report principali sono due: report direzionali e report operativi. La differenza sostanziale tra le due tipologie sta nel destinatario dell’attività. I report direzionali sono inviati ai vertici aziendali. Contengono dati più ampi per una valutazione più veloce, visto che vengono consegnati a persone abituate a questo tipo di documenti. Soggetti in grado di interpretare con poche informazioni il loro significato e prendere decisioni. I report operativi invece sono utilizzati dal personale che ha la responsabilità dei singoli reparti dell’azienda. Quindi le informazioni sono molto più dettagliate perché i destinatari conoscono in maniera più minuziosa ogni passaggio del settore di cui sono responsabili.

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