Emilia-Romagna: ci sono 218 milioni per le rinnovabili

L’Emilia-Romagna punta 218 milioni di euro, a valere su FESR e PSR, ma non solo, per investimenti in energie rinnovabili, green economy, ricerca e innovazione.

 

La definizione del piano energetico regionale risale allo scorso mese di novembre durante gli Stati generali della green economy, un occasione in cui gli organi di governo della Regione Emilia-Romagna hanno annunciato l’avvio di un confronto sulla programmazione comunitaria 2014-2020 in vista dell’approvazione di un piano energetico regionale e del relativo piano triennale degli interventi. In quell’occasione è stato indicato l’obiettivo della strategia regionale: “greening the industry”, che significa ridisegnare, entro il 2019, un sistema produttivo in cui la sostenibilità ambientale sia connaturata alla sostenibilità sociale, allo sviluppo dell’attrattività degli insediamenti per il rilancio competitivo delle aziende, alla messa in sicurezza del territorio e alla valorizzazione delle risorse naturali. Il tutto integrando e coordinando interventi ed azioni in materia di agricoltura, ambiente e attività produttive.

IL PIANO ENERGETICO REGIONALE

Al termine del percorso di confronto con gli stakholder, questo obiettivo si è concretizzato in una nuova strategia energetica per la Regione Emilia-Romagna, che potrà contare su 218,2 milioni di euro nel prossimo triennio. Di questi, 104,4 milioni derivano dal programma POR FESR 2014-2020, 27,4 milioni dal PSR 2014-2020, 85,2 milioni vengono dalla Regione e 1,2 milioni sono risorse statali. La strategia è affiancata dal piano triennale di attuazione per il triennio 2017-2019. I documenti saranno sottoposti all’adozione della giunta regionale, prima del passaggio in assemblea legislativa per l’adozione definitiva.

Il piano energetico regionale intende allineare la Regione al quadro europeo per il clima e l’energia 2030, che fissa tre obiettivi principali da conseguire entro l’anno indicato: una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990); una quota almeno del 27% di energia rinnovabile; un miglioramento almeno del 27% dell’efficienza energetica. La Regione alza quindi l’asticella della svolta green partendo proprio dagli obiettivi europei fino al 2030: per raggiungere questo traguardo le risorse saranno dedicate a investimenti per lo sviluppo di energie rinnovabili, al risparmio energetico, alla formazione, alla ricerca e all’innovazione nonché al rafforzamento dell’economia verde. Trasporti, elettrico e termico sono i tre settori sui quali si concentreranno gli interventi per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione europea e recepiti dal piano energetico regionale.

QUALI SONO LE AZIONI PREVISTE

Per il risparmio e l’uso efficiente dell’energia, il documento prevede interventi estesi nel campo dell’edilizia, in grado di rendere meno dipendenti dall’energia gli edifici esistenti e di realizzare edifici nuovi a impatto energetico vicino allo zero. Previste anche azioni per ridurre la dispersione di energia, tramite reti di distribuzione e approvvigionamento più efficienti e lo spostamento del consumo dalle fonti fossili a favore dell’elettrico, soprattutto l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Il settore pubblico è coinvolto nel piano, con interventi decisi di riqualificazione sul patrimonio edilizio e sui sistemi di illuminazione pubblica, in grado di ridurre i consumi e le emissioni. Il piano assegna un ruolo fondamentale ai Comuni e agli Enti locali, con l’attribuzione di specifici compiti operativi. Particolarmente importante la partecipazione dei cittadini e delle imprese al processo di de-carbonizzazione dell’economia. Per questa fase sono necessarie proposte da parte di aziende e Pmi disposte a partecipare ai lavori richiesti e preventivati.

Le altre linee di indirizzo prevedono una decisa virata verso la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, mentre nel settore termico viene incentivata la produzione da pompe di calore, da solare termico e da biomassa. Un ruolo strategico, all’interno del piano, è giocato dal sistema della ricerca. La rete Alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, è chiamata a contribuire con prodotti e processi innovativi allo sviluppo e al radicamento di una green economy in grado di generare risparmio energetico, sostenibilità ambientale e nuova occupazione. I trasporti rappresentano un altro settore nel quale i prossimi anni vedranno interventi decisi per favorire la mobilità elettrica e sostenibile, oltre ad un incremento del trasporto pubblico, di quello ciclopedonale e della mobilità condivisa (car sharing, car pooling…).

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