Da un caso letterario, due lungometraggi e un percorso a tappe attraverso un paese della Valsassina

1120039_10202210521251404_744568452_o[1]-1di Paolo Cagnotto. E’ il caso dei “percorsi pozziani”, luoghi dedicati dal paese di Pasturo (nel lecchese) alla vita della poetessa Antonia Pozzi, morta suicida nel 1938 a soli 26 anni. Nel centenario dalla nascita della poetessa milanese il comune di Pasturo, per ricordarne la figura, ha dedicato un percorso letterario sui luoghi descritti dalla poetessa nelle sue opere uscite postume.

La valorizzazione dell’intera opera di Antonia Pozzi la si deve a chi ha conservato le memorie della famiglia e a chi, negli ultimi vent’anni ha dato vita ad una serie di studi e ricerche sulla vita e le opere della stessa. E’ possibile quindi compiere un percorso in 19 tappe che hanno visto la presenza di un migliaio di persone nel giro di un anno. Sulla scia del successo e della riscoperta dell’autrice con una serie di interventi teatrali, ricostruzioni e presentazioni, ne sono nate due sceneggiature, di autori diversi, che si sono concretizzate in film.

Singolare che su un personaggio di alta qualità ci siano stati, nello stesso lasso di tempo, due produzioni che negli stessi luoghi hanno realizzato un lungometraggio. Per fortuna di natura diverse, le due versioni dedicate alla Pozzi, si differenziano nello stile e nello svolgimento, anche se i personaggi, i luoghi e i tempi sono gli stessi. http://www.antoniapozzi.it/

Con obiettivo di distribuzione nei cinema, il film “Antonia”, terminate da poco le riprese nelle montagne attorno alla Valsassina è in fase di montaggio e post produzione, sarà firmato da Ferdinando Cito Filomarino per la Frenesy film, mentre l’altra pellicola “Il cielo in me” (da una lirica della poetessa) è realizzato a quattro mani da Sabrina Bonaiti e Marco Ongania di Lecco per la Emoflm. Il secondo ha più il taglio del docu-film, anche se la parte della fiction è preponderante. Questa pellicola, pronta per Natale propone alcuni filmati inediti girati in 8 mm.

E’ probabile che dopo le uscite dei film, accanto al percorso attuale, verranno aggiunti anche alcuni cartelli che raccontano le tappe significative della realizzazione dei lungometraggi: i rifugi in quota, le piazze utilizzate per le ricostruzioni e così via. Almeno questo nelle intenzioni della Lecco/Lombardia Fim Commission.

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