Le caselle di Posta Elettronica Certificata in Italia sono più di 13 milioni. A 16 anni di distanza dal suo lancio la PEC raggiunge numeri record di attivazioni e utilizzo.
I dati sono diffusi dall’Agenzia per l’Italia Digitale che pubblica regolarmente statistiche relative all’uso della PEC. Nell’ultimo bimestre Maggio – Giugno 2021 l’agenzia ha contato 13.308.289 caselle attive, in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il numero di messaggi PEC scambiati sono 433.876.519 nel bimestre preso in considerazione, il 13% in più rispetto ad un anno fa. Numeri importanti, in linea con i dati complessivi del 2020. I messaggi scambiati in un anno sono stati superiori a 2 miliardi e 260 milioni con una media di quasi 6,2 milioni di messaggi PEC scambiati al giorno.
Stefano Sordi direttore generale di Aruba
“Questi dati consacrano la PEC come uno degli strumenti digitali di maggior successo dell’era Internet. La PEC è riuscita negli anni a dare vita ad un rigoglioso sistema di comunicazione destinato a migliorare le abitudini di milioni di italiani. Inoltre ha incentivato il processo di dematerializzazione documentale, l’abbandono della carta, il risparmio di tempo, riduzione degli spostamenti, e dell’inquinamento.”
La PEC è destinata a trasformarsi per essere di supporto ad un bacino d’utenza ancora più ampio. Al via un iter che consentirà di utilizzarla nelle comunicazioni con la PA o verso utenti, enti ed imprese europee. Aruba ha voluto raccontare le tappe del percorso evolutivo attraverso una roadmap (infografica è disponibile a questo link).
Le trasformazioni della PEC nel corso degli anni
Nel 2018 per garantire la conformità dei servizi di Posta Elettronica Certificata al regolamento eIDAS, arrivano le linee guida di AgID. Nasce il gruppo di lavoro italiano per definire le regole tecniche per adeguare la Posta Elettronica Certificata ai servizi di recapito certificato qualificato.
Nel 2020 viene proposta la prima Common Service Interfacev un’infrastruttura condivisa e comune tra i diversi operatori anche oltre confine nazionale. Il comitato tecnico ESI (Electronic Signatures and Infrastructures) riceve ed esamina le richieste del gruppo di lavoro italiano per integrare lo standard REM. E inoltre garantire l’interoperabilità tra i Trust Service provider d’Europa. Il documento tecnico viene presentato alla commissione ETSI che lo accoglie favorevolmente. Inizia così il percorso di integrazione e modifica dello standard.
Il 2021 è un anno di traguardi. Viene infatti approvata la REM Baseline da parte del comitato tecnico ESI. e proposte del gruppo di lavoro italiano sono recepite dallo standard. A questo si aggiunge l’approvazione della Baseline di migrazione dalla PEC alla REM. Vengono definite le strategie di passaggio al nuovo servizio di recapito certificato qualificato, rispettando la conformità allo standard REM e al regolamento eIDAS.
E adesso che PEC ci attende?
Sono stati condotti i Plugtest per l’interoperabilità sullo standard REM tra 40 soggetti, 15 paesi europei, 4 paesi extra-europei e 5 istituzioni governative. I risultati sono stati recepiti all’interno del documento “REM Services” con le Policy sui criteri di adozione degli standard ETSI. A fronte della proposta di revisione del regolamento eIDAS (eIDAS 2.0), ESI ha pubblicato una prima bozza contenente gli standard che verranno introdotti. Lo standard REM, modificato e integrato diventerà lo standard ufficiale. Per i servizi di recapito certificato eIDAS basati su protocolli di posta elettronica.