Apr 25 2013

Ogni minuto chiude una impresa

Una cosa che mi ha colpito del Movimento 5 Stelle è l’attenzione verso le piccole medie imprese italiane. E’ vero ci sono numerosi interlocutori istituzionali a cui stanno a cuore queste centinaia di migliaia di aziende. Ma il Movimento bisogna dargli ragione, ha da sempre posto al centro del progetto economico e politico la sorte di questi piccoli artigiani e imprenditori della provincia italiana. Nel blog di Beppe Grillo si scrive che due sono i punti fondamentali per non andare incontro in autunno a una situazione di non ritorno: la solidarietà sociale, attraverso il reddito di cittadinanza, e le misure per le Pmi. “Il tessuto delle Pmi”, si legge nel blog,  “si sta deteriorando come una grande tela di ragno i cui filamenti di seta si rompono uno a uno fino alla sua completa distruzione. Senza questa tela l’Italia è spacciata. La finanza pubblica si regge grazie ad essa. In questi mesi vi sono stati numerosi contatti con piccoli e medi imprenditori e persone del M5S. Ci chiedono di aiutarli a sopravvivere. Molti sono alla canna del gas e ci guardano come se fossimo la loro ultima possibilità di salvezza. La politica finora seguita dal governo è stata l’aumento delle tasse su privati, imprese, consumi. Un’impostazione suicida che sta trasformando il Paese in un deserto e che ha come obiettivo di mantenere inalterati i privilegi, gli sprechi e i costi della politica e di porre al vertice della piramide le banche e la finanza al posto della produzione”. Cosa ‘è che non va in questo discorso? Nulla. Le imprese sono veramente alla canna del gas. Le banche non erogano più soldi. I sostegni sono spariti. I “castelletti” per poter produrre e pagare forniture e dipendenti esauriti. La distribuzione non ha più margini per trattare sconti e prezzi. I consumatori non consumano più nulla se non l’indispensabile. Che fare? Il Movimento propone l‘abolizione dell’Irap che darebbe una boccata di ossigeno non da poco. L’Irap andrebbe ridotta gradualmente a partire da quest’anno, per essere annullata entro il 2014. Con l’Irap le imprese più ricche e senza occupati pagano più del 30% circa di tasse, mentre le imprese più povere e indebitate, con numerosi lavoratori, pagano fino all’80% di tasse. Il Movimento propone di tagliare coprendo la spesa solo rapportando i nostri costi della politica a quelli delle Nazioni europee. Si può fare. E’ una idea condivisibile. Non vi pare?

Altra proposta il pagamento dell’Iva solo a incasso avvenuto. Perchè sborsare anticipatamente soldi che le imprese vedranno dopo mesi?  L’Iva andrebbe  pagata allo Stato quando incassata. Il pagamento dopo l’incasso non produrrebbe differenze di gettito sostanziali, ma uno spostamento del gettito. Il Movimento 5 Stelle propone lo sblocco immediato dei circa 120 miliardi di euro dovuti dallo Stato e dagli Enti alle imprese, anche attraverso l’anticipo e lo sconto in pro-soluto presso la Cassa Depositi e Prestiti o presso le banche (gli interessi saranno a carico dell’Ente debitore e non a carico dell’impresa). La misura include anche che i pagamenti, fra Stato, Enti e privati, non dovranno mai superare i 60 giorni, con l’automatico riconoscimento, in caso di ritardo, di interessi dell’8% più tasso Bce o di altri costi documentati causati dal ritardo. Chi non è d’accordo?

Mar 27 2013

Un fallimento in streaming

Ma che cavolo era la messa in onda dello streaming dell’incontro tra il Movimento 5 Stelle e  Bersani? Il controllo della telecamera, va bene. Potrebbe essere utile, ma il tutto era triste, ingessato, finto, falso.  Sembrava che lo streaming fosse più necessario a chi era fuori con l’obiettivo di controllare i movimenti dei delegati dell’M5S. A me sembra di sì. Bersani non ha più tempo, e questo era chiaro da prima. Non è l’uomo del cambiamento, della svolta, del giro di boa. Intanto il Paese reale, una frase che fa venire i brividi ogni volta che si cita, si legge e si scrive, ha bisogno di non perdere più tempo. Il presidente di Confindustria, Squinzi lo ha ribadito: sembra che non si rendono conto che fuori del Parlamento ci sono aziende non solo medie e piccole ma anche grandi ormai del tutto congelate. Da chi? Da una parte le banche – sotto smacco Europa – che hanno smesso di fare credito, dall’altra parte le società di reting che declassano il Paese e le aziende italiane, e fanno alzare il differenziale tra Bund e Bond italiani (spread). Ma non solo. Le materie prime costano sempre di più. I consumi scendono sempre di più. I magazzini di riempiono sempre di più e la produzione cala, cala, cala. Sempre di più. Quindi non si produce più, non si vende più  – e non si compra più, salgono le tasse e i costi (tra qualche mese l’Iva sui consumi sale dell’1%), non c’è una lira in cassa o poco più. Come si fa a tenere botta? Come fanno le aziende a mantenere l’occupazione e non mandare a casa i dipendenti? Come fanno a non chiudere i battenti, continuare ad acquistare le materie prime, pagare l’energia per produrre, lavorare il prodotto per poi distribuirlo? Che vogliamo fare? Quanto tempo vogliamo ancora dare a questi politici? Propongo che le aziende che stanno smantellando i capannoni lo mandino in streaming in tutto il mondo con il sottotitolo: ecco come muore una nazione