Upa contro Facebook

UPA (Utenti Pubblicità Associati) contro Facebook. Casus belli, il fatto che, per la seconda volta nel giro di un mese, il social network fondato da Mark Zuckerberg abbia dichiarato di aver trovato errori di applicazione nelle metriche di misurazione dei propri risultati.

Un fatto assai grave perché “si tratta di dati fondamentali che impattano sulle scelte di pianificazione pubblicitaria delle aziende sia dal punto di vista strategico sia operativo”, osserva Upa.

Al di là dei giudizi di merito su come si possa commettere questo tipo di errore – spiega Upa – sentiamo sempre più la necessità, nell’articolato e complicato panorama dei media, di un approccio di metodo per ridurre le opacità, minimizzare gli errori e investire al meglio, comunicare senza dispersione e misurare i ritorni”.

Motivo per cui Upa “ha lanciato la proposta di realizzare un ‘libro bianco sul digitale’ con la partecipazione dell’intero sistema della comunicazione. L’obiettivo è quello di individuare linee guida comuni a tutti per una trasparenza condivisa”.

Upa mette al primo posto del progetto “la necessità di utilizzare metriche di misurazione condivise e certificate da istituti terzi: non può essere il mezzo che, pur grande e potente, fornisce da solo i propri risultati”.

Il progetto di un libro bianco raggruppa oggi intorno al tavolo anche Assocom, Fcp Assointernet, Fedoweb, Fieg, Iab, Netcomm e Unicom. Al termine del lavoro comune su misurazioni (viewability), gestione dei dati e loro proprietà, valori di investimenti pubblicitario, filiera del programmatic e adblocking, prosegue l’Upa “siamo certi che il mercato sarà più sicuro, i parametri di riferimento condivisi e si eviteranno errori dannosi per tutto il sistema”.

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