Un attacco in piena regola contro Pitti Uomo

La decisione del British Fashion Council di collocare la prossima edizione invernale delle sfilate maschili di Londra (7-9 gennaio 2013) in sovrapposizione per due giorni alle date già annunciate di Pitti Uomo n. 83, dall’8 all’11 gennaio 2013 ha fatto andare su tutte le furie Pitti Immagine.  Mentre gli organizzatori delle manifestazioni di moda sono tutti impegnati a configurare un calendario internazionale che renda più efficiente e coerente e meno dispendioso possibile il lavoro di compratori e giornalisti, questa decisione del BFC evidenzia una visione distorta del contesto concorrenziale tra i grandi appuntamenti internazionali della moda maschile, dove Pitti Uomo da tempo ricopre, con successo, la duplice funzione di apertura della stagione delle vendite e di piattaforma innovativa per eventi e progetti speciali dei grandi fashion design e della cultura contemporanea. “Sembra proprio che il board di BFC non si preoccupi di niente”, sostiene Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine. “Siamo sorpresi di questa iniziativa perché avevamo discusso lo scorso giugno con la direzione del BFC e sembrava che ci fossero le condizioni per un esito diverso, che riducesse i potenziali rischi di disservizio nei confronti di espositori (tra i quali ci sono molti ottimi marchi inglesi), compratori e giornalisti solitamente presenti a Pitti Uomo”. Ancora più sconcertato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine che parla proprio di attacco in piena regola da parte degli inglesi. “Non è un caso che la notizia viene fuori ora che Londra è più che mai sotto i riflettori di tutto il pianeta grazie alle Olimpiadi”, sostiene Napoleone. “Gli inglesi stanno facendo sul serio: le istituzioni pubbliche offrono sostegno economico, politico, logistico e promozionale al sistema della moda britannica con un forte coordinamento di tutti i soggetti coinvolti. Persino la famiglia reale si impegna. E in quei giorni i migliori spazi di Londra saranno a disposizione delle sfilate e dei saloni della moda uomo a condizioni assai favorevoli. L’Italia, Firenze e Pitti Immagine hanno tutti i numeri per contrastare e vincere questa sfida a patto però che migliori decisamente e velocemente la nostra capacità di fare sistema, che intorno alla moda e ai suoi appuntamenti principali cresca un clima sociale di consenso e di consapevolezza della sua importanza”.

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