Solo in Lombardia lo scorso anno sono stati spesi oltre 480 milioni di euro per ricoveri ospedalieri che si sarebbero potuti gestire attraverso altri modelli territoriali. Serve ripensare l’offerta sanitaria. I ricercatori del CRIET dell’Università di Milano-Bicocca hanno condotto uno studio, anche alla luce del nuovo decreto di spending review in materia di azioni di riorganizzazione totale della rete ospedaliera, per quantificare la composizione dei ricoveri che sarebbero evitabili se gestiti attraverso l’assistenza domiciliare o attraverso l’utilizzo di strutture intermedie, che vanno cioè a collocarsi tra l’ospedale e i domicili. «Crisi e contesto demografico in cui viviamo”, spiega Luca Merchich autore della ricerca insieme a Mariangela Zenga, “impongono un ripensamento dell’offerta sanitaria che preveda lo spostamento da un modello di tipo “ospedalocentrico” a un modello di tipo territoriale che si collochi vicino ai bisogni della popolazione».
Il 14,7 per cento dei ricoveri ordinari nei reparti per acuti afferisce a patologie croniche, equivalenti a 1.429.014 giornate di degenza ordinaria, per erogare le quali occorrono circa 3900 posti letto (10,6 per cento circa dei posti letto di degenza ordinaria). Ciò implica un utilizzo di risorse economiche, escludendo i trapianti, di oltre 480 milioni di euro (circa l’11 per cento di ciò che viene speso complessivamente per i ricoveri ordinari nei reparti per acuti). Attraverso la presa in carico di tipo territoriale dei pazienti affetti dalle patologie soggetto di studio, si potrebbe ottenere il duplice risultato di liberare risorse economiche a vantaggio del territorio e contribuire alla riorganizzazione della retta ospedaliera prevista della legge 135/2012.
La ricerca presentata il 31 ottobre ha fornito una stima delle risorse economiche che potrebbero essere liberate a favore di altre forme assistenziali, garantendo sia la continuità assistenziale sia una presa in carico del paziente cronico maggiormente appropriata. «Abbiamo condotto uno studio”, conclude Merchich, “che propone un approccio metodologico per il reperimento delle risorse economiche necessarie all’implementazione dei modelli territoriali maggiormente appropriati ad isorisorse, realizzabile attraverso la gestione delle cronicità al di fuori dell’ospedale, proponendo inoltre al programmatore regionale un modello per rispondere alla richiesta emersa nei mesi scorsi di riduzione dei posti letto per acuti contenuta nella legge 135/2012 di spending review».
Il CRIET (Centro di Ricerca in Economia del Territorio) è stato istituito nel 2006 dalle Università di Milano-Bicocca, che ne è sede amministrativa, Pavia e Ferrara, con il compito di studiare in un’ottica interdisciplinare i sistemi economici territoriali nei loro differenti aspetti. Attualmente il CRIET, che si occupa di ricerca in ambito economico-aziendale, giuridico e statistico, può contare sul supporto di dieci istituzioni universitarie aderenti.