Monti bocciato in produttività

Di Luciano Fumagalli. Che il problema dell’eccesso di leggi nel nostro Paese sia grave e annoso lo testimonia anche il fatto che Berlusconi avesse istituito, nel 2008, il ministero per la semplificazione legislativa affidandolo (incautamente?) a Roberto Calderoli, che fece un falò di 29 mila norme inutili e poco altro. Come nelle migliori tradizioni italiane, si predica bene e si razzola male. Anzi malissimo. Non contento delle 200 mila circa leggi operanti nel nostro Paese, il governo Berlusconi ne ha aggiunte altre 329. Monti ha fatto peggio 56 progetti di legge in meno di un anno. Lo certifica un documento governativo che si trova a questo indirizzo web: http://www.governo.it/rapportiparlamento/attivita/03_progetti_legge/elenco_generale20120808.pdf. Dal quale si evince anche che su un totale di 1.003 progetti di legge (dei due governi, di iniziativa parlamentare e altri provvedimenti) soltanto 299 sono stati approvati dai due rami del Parlamento, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale e quindi in vigore. Spulciando nel mare magno delle mille proposte, si trovano decreti e proposte di legge ( ancora non approvati) curiosi. Esempi? Si va dalla “Concessione al Comune di Castiglione delle Stiviere della medaglia d’oro al valor civile alla memoria delle sue cittadine che prestarono soccorso ai feriti delle battaglie di Solferino e San Martino in occasione del 150° anniversario degli eventi” alla “Istituzione della giornata nazionale del Calendario gregoriano di cui è autore Luigi Lilio”, dalla “Modifica all’articolo 1 della legge 31 marzo 2005, n. 48, concernente l’equiparazione del Monumento all’Alpino di Brunico ai cimiteri di guerra” alla “modifica all’articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab” , dall’ “Istituzione dell’Albo professionale dei tecnici sanitari afferenti alla sala autoptica o all’obitorio” alle “Disposizioni in materia di affondamento di navi radiate dai ruoli del naviglio militare”, senza dimenticare l’”Istituzione di un Fondo per il restauro, il recupero e la valorizzazione culturale, religiosa, turistica e sociale del complesso monastico di San Giovanni Battista del Monte Venda” sui Colli Euganei, e la richiesta di istituire “zone franche termali” e la “decorazione Al merito dei donatori di sangue della Croce Rossa italiana”.
Questioni assolutamente marginali, sulle quali però il parlamento ha speso comunque del tempo. Senza affaticarsi troppo, comunque, se è vero che solo un terzo delle proposte è diventato legge. Il governo dei tecnici non è stato più veloce. A parte le leggi ancora in stand by soltanto il 13% dei regolamenti attuativi dei vari Salva-Italia, Semplifica-Italia, Sviluppa-Italia sono stati emanati. Come dire che questi decreti legge non sono pienamente operativi, anche se, a sentire i ministri, erano e sono indispensabili per il destino del Paese.
Mario Monti bocciato in produttività legislativa? Pare proprio di sì.

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