Italia e Russia sempre più vicine grazie all’innovazione

La Russia, settima economia mondiale, guarda oltre le fonti energetiche e individua l’Italia come partner strategico di crescita. L’obiettivo è di conquistare, entro il 2020, la quinta posizione a livello di Pil globale. Una scalata per la quale non basteranno le risorse derivate dall’essere il primo Paese nel mondo per riserve di gas naturali con 47.500 miliardi di metri cubi stimati o l’estrazione di 10,2 milioni di barili di greggio al giorno, che colloca la Federazione Russa al secondo posto dietro soltanto l’Arabia Saudita. Una delle soluzioni strategiche individuate dal Governo russo riguarda proprio l’internazionalizzazione e l’innovazione, che saranno i temi al centro del Forum Eurasiatico, organizzato dall’Associazione conoscere Eurasia, Intesa Sanpaolo e Gazprombank e in programma al Palazzo della Gran Guardia di Verona i prossimi 18 e 19 ottobre. Nei prossimi dieci anni la Russia dovrà almeno raddoppiare la produttività del lavoro ed aumentare il peso dei prodotti innovativi, passando dall’attuale 12 al 25-35% sulla produzione totale del Paese. Un percorso agevolato anche dal recente ingresso della Russia nella Wto.

In quest’ottica il ruolo dell’Italia diventa cruciale; start up innovative e hi-tech sono infatti un perno per assecondare i driver di una crescita eurasiatica che anche oggi registra il segno positivo: nel primo semestre del 2012 l’economia russa è ulteriormente aumentata del 4,4%, mentre le previsioni Ocse di oggi proiettano una crescita consuntiva che a fine anno si attesterà tra il 3,5-3,6%. Bene anche lo scenario sull’interscambio. La Russia, secondo le elaborazioni di Intesa Sanpaolo su base Rosstat ( servizio federale di statistiche), dovrebbe infatti accelerare da 522 a 555,4 miliardi di dollari, mentre l’import è proiettato da 323,8 a 359,7 miliardi di dollari. “Il Governo russo prevede che nei prossimi 10 anni gli investimenti  per l’innovazione possano crescere fino al 3% del Pil” , dichiara Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia. “Gli spazi di collaborazione in settori chiave come le nanotecnologie, la farmaceutica, il biomedicale sono piuttosto ampi. Il Forum Eurasiatico rappresenta un’occasione di estrema utilità per i rapporti fra Italia e la Russia, che nel 2011 hanno intensificato i rapporti commerciali con un interscambio pari a 27 miliardi di euro, il 21% in più sull’anno precedente”.

A fare da traino al made in Italy sono settori ad alto valore tecnologico, come dimostra il balzo delle forniture di strumenti ottici, fotografici, medicali e di precisione. In termini di valore, l’export italiano verso Mosca è guidato da segmenti quali “macchine ed apparecchi” per 1,3 miliardi di euro, “articoli di abbigliamento” (565,7 milioni di euro), “articoli in pelle e simili” (358,8 milioni di euro), “metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti” per oltre 303 milioni di euro.

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