Il risparmio delle famiglie tiene (poco)
meno mattone, più protezione e rendimenti al minimo

301941_10151485615013472_702648295_nNonostante la crisi le famiglie non rinunciano a risparmiare per raggiungere i propri obiettivi. O perlomeno a progettare. Come investimento perde appeal il mattone, superato per la prima volta nelle preferenze degli italiani dai prodotti finanziari, vuoi perché è alle spalle la fase più grave della crisi del debito nell’Eurozona, vuoi per la disponibilità sul mercato nuove soluzioni create quasi “su misura” alle proprie esigenze delle famiglie. Lo rivela la quarta edizione dell’Osservatorio Anima (la terza è del gennaio di quest’anno), realizzata sul risparmio delle famiglie da Anima Sgr, – www.animasgr.itoperatore indipendente del risparmio gestito italiano, in collaborazione con la società di ricerche di mercato GfK Eurisko. L’indagine, che compie ufficialmente il suo primo anno di vita, si propone di capire modalità e logiche con cui le famiglie italiane gestiscono i risparmi in funzione dei loro programmi futuri.

Ma più esattamente quali sono le scelte degli italiani?

Scelte in vista dei propri progetti… cuscinetto

La progettualità resiste e cresce anche rispetto a maggio del 2012, quando fu realizzata la prima edizione dell’Osservatori. Il 66% dichiara di avere progetti, un anno fa era del 62%. Il tutto in vista del proposito di costruire una sorta di “cuscinetto” per emergenze o imprevisti (oggi si tratta del 27%) o una riserva per il futuro (il 14%). Inoltre, avvicinandosi il periodo estivo, il 31% del campione ha in mente anche di andare in vacanza e pertanto accantona in vista di questo obiettivo stagionale.

Continua lo spending review

Se la fase più acuta della crisi sembra passata è anche vero che la maggior parte degli intervistati (72%) si aspetta che la situazione economica dell’Italia non cambierà molto nel prossimo anno. Di qui nasce una certa prudenza, generalizzata, ad affrontare le spese e a riprova la strategia messa in campo, che ancora va per la maggiore, resta quella di limitare il superfluo (75%). Una parte del campione interviene anche “riducendo le spese importanti” (12%) e “usando i risparmi messi da parte”(14%).

Scelgo una maggiore produzione e rendimenti minimi… certi

Nessuna particolare novità per quanto riguarda i parametri che guidano le decisioni degli investitori. Si confermano determinanti la protezione del capitale investito (44%) e la certezza di un rendimento minimo (38%), mentre restano in secondo piano il rendimento elevato (15%), la semplicità con cui fare l’investimento (16%) e i costi contenuti (20%).

Il mattone non costruisce più capitale

La rilevazione rispetto a un anno fa mostra una piccola rivoluzione: se un anno fa il 25% del campione rappresentativo dei titolari di un conto corrente, si dimostrava disponibile a investire in immobili e il 19% in prodotti finanziari, oggi la situazione si presenta opposta, in quanto il 23% indica i prodotti finanziari come prima scelta, se avesse liquidità da impiegare. Una decisione determinata da più fattori, primi fra tutti, la difficoltà a ottenere oggi un mutuo, così come l’introduzione dell’Imu che è andata a pesare ulteriormente sui bilanci delle famiglie; a proposito di quest’ultima, tra l’altro, rispondendo a una domanda specifica, circa l’85% del campione si è espresso a favore di una riforma dell’imposta e a parere del 44%, addirittura, rappresenta una delle iniziative prioritarie su cui si ritiene che il governo Letta debba intervenire.

L’indagine con frequenza trimestrale è stata condotta da GfK Eurisko tra il 13 e il 18 maggio 2013 su un campione di 550 persone rappresentative della popolazione italiana (bancarizzati dai 18 anni in su). Il questionario contiene domande standard su cui costruire un trend di medio lungo periodo e relative ai progetti degli italiani e alle strategie per realizzarli, al possesso attuale e alla soddisfazione per prodotti di risparmio/investimento nonché a prefigurazioni. Il questionario è altresì costituito da domande non ricorrenti legate all’attualità.

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