Eldorado Malta. Intervista a Kenneth Farrugia responsabile investimenti governativi

Produce il 13% del Pil e dà lavoro a 10mila persone, su una popolazione di 450mila persone in tutto. Così Malta ha sedotto il mondo della finanza internazionale e fa concorrenza agli altri Paesi dell’Ue. E il Governo paga gli studenti per andare all’Università.

di Giampiero Moncada. A novembre prossimo saranno 12 anni che Malta è entrata ufficialmente nell’Unione europea. Una scelta che l’ha fatta diventare una piazza finanziaria molto appetibile, nonostante le rigide regole imposte dall’Ue: oggi il turismo non è più l’unica voce significativa dell’economia nazionale ma è quasi alla pari con il settore finanziario che viene appena prima del gioco d’azzardo. Una scommessa vinta perché con l’ingresso nell’Ue ha perso lo status di “off shore”, che da sempre attira chi ha tanti soldi ed è allergico a controlli e rigore. Eppure, nonostante non sia più un paradiso fiscale né al riparo da controlli delle autorità bancarie comunitarie, sempre più aziende e banche di tutto il mondo stabiliscono qui almeno una parte delle loro attività.
In questa intervista, Kenneth Farrugia, responsabile di Finance Malta, la struttura governativa che promuove gli investimenti nell’isola, spiega i segreti di questo successo e i programmi per il futuro.

Domanda. A guardare i numeri, Malta risulta molto attrattiva per il mondo della finanza: oltre 500 fondi d’investimento hanno sede qui insieme a circa 80 gestori di fondi e 30 amministratori, senza contare le assicurazioni e gli istituti di moneta elettronica, un settore quest’ultimo in rapidissima espansione. Ma è così conveniente dal punto di vista fiscale? Quali vantaggi ci sono a operare da qui?
Risposta. Molti imprenditori internazionali scelgono Malta per varie ragioni, e non sono trainati da considerazioni di natura fiscale. Certo, il sistema fiscale societario maltese risulta uno dei più competitivi in Europa. Prevede un’aliquota del 35% dell’imponibile per qualunque società, ma si può ottenere un rimborso fiscale, pari a sei settimi di quanto pagato dalla società, al momento della distribuzione dei dividendi, abbassando così l’aliquota al 5% di netto.

D. Quindi una convenienza fiscale c’è comunque?
R. La principale convenienza è quella burocratica. Il Governo ha scelto di concentrare tutte le attività di questo settore, dal finanziario all’assicurativo, in un singolo ente regolatore. Quello che, per esempio, in Italia è distribuito tra Consob, Banca d’Italia, Isvap (l’istituto di controllo per le assicurazioni ndr.), qui fa capo alla Mfsa, Malta finance services authority. Questo rende tutto più semplice e veloce nei rapporti con la pubblica amministrazione.

D. Beh, è anche naturale che in un Paese di dimensioni più piccole anche la pubblica amministrazione sia più a portata di mano.
R. Certo, ma forse non ci si aspetta di trovare così tanti servizi per le imprese. Perché quando una società sceglie una sede estera per le proprie attività non guarda solo se le tasse sono più convenienti ma valuta una serie di fattori molto diversi. A cominciare dalle infrastrutture operative di quel Paese. E poi i fornitori di servizi che sono presenti e il calibro dei professionisti, soprattutto gli avvocati, e le tariffe dei consulenti. Senza contare anche il costo degli immobili a uso ufficio e l’accesso a risorse con economia di scala. Perché le risorse sono denaro.

D. E questi sono tutti fattori per cui Malta è così competitiva?
R. Il nostro è un vero e proprio ecosistema. Dove i vari elementi si combinano per funzionare tutti insieme. E alla base di tutto c’è la formazione. La nostra università ha 400 anni di storia ed è una delle più antiche d’Europa. Ma i vari Governi hanno investito molto nella formazione dei giovani maltesi. Oggi abbiamo 11-12mila studenti. E ognuno di loro riceve un compenso per studiare: è un investimento per il futuro del Paese. Senza contare che abbiamo anche il Cast, College for arts, science and technology. Per le aziende è importante avere a disposizione un bacino di risorse umane con la preparazione giusta per le loro attività. E qui a Malta i giovani vengono incoraggiati a studiare, tant’è che ricevono una paga se frequentano l’università, ma diplomi e lauree se li devono sudare, non vengono regalati!

D. Le risorse umane non sono certo un problema a Londra o a Francoforte.
R. Certo, ma c’è anche una differenza di costi. Per fare un esempio, un laureato in scienze finanziarie dall’università maltese, viene pagato normalmente 18mila-20mila euro all’anno. I contributi previdenziali versati dall’azienda (la cosiddetta National insurance) ha un limite di costo: il 10% della retribuzione, con un tetto massimo di 1.500 euro all’anno. In altre giurisdizioni, per esempio in Gran Bretagna o in Lussemburgo, il costo dell’azienda è pari al 10% sul valore totale della retribuzione, senza un tetto massimo. E questo comporterebbe, ovviamente, un costo ben superiore per l’azienda. Per non parlare di altre giurisdizioni dove l’aliquota è ben superiore al 10%.

D. La posizione di Malta è stata la sua fortuna per il turismo, ma stare nel mezzo del Mediterraneo significa stare lontano dalle piazze finanziarie ed economiche che contano, e che sono nel nord Europa.
R. Non mi pare che questo scoraggi le grandi aziende, visto che ci sono realtà come Buckster, Method, Best T Microelectronics che sono qui da 30 o 40 anni. Senza contare anche la presenza di aziende del settore aeronautico, come la Lufthansa Tecnique, che qui impegna 800 dipendenti tecnicamente qualificati. Questa soceità, come altre analoghe, fornisce servizi anche ad altre compagnie internazionali. Nel settore assicurativo, inoltre, vi sono numerose società che svolgono una parte delle loro attività dalle loro sedi maltesi. In particolare, quelle di natura amministrativa o del call centre. Inoltre, non va sottovalutato che la nostra posizione geografica, così come i rapporti storici politici e di commercio di vari decenni, ci consente di poter dialogare con relativa facilità anche con il mondo arabo e dell’Oriente. E nell’ambito finanziario questo presenta vantaggi di non poco conto.

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