Non posso garantire per il futuro. Sono queste le parole del presidente del Consiglio Mario Monti che hanno scosso la prima giornata della sua visita nel Golfo. Oggi l’Italia è tornata «affidabile» ed è un’ottima opportunità per gli investitori stranieri per il dopo voto, invece, «non posso garantire», dice Monti nella prima tappa della sua missione che ha tra gli obiettivi proprio quello di attrarre gli investitori esteri presentando i progressi fatti dall’azienda Italia. E in effetti sulla poca garanzia del dopo voto anche una analisi di Unimpresa sul debito pubblico, sottolinea che prima di lasciare palazzo Chigi, l’attuale esecutivo dovrà fare i conti con scadenze di titoli di Stato per 128 miliardi di euro. Chiunque vincerà le prossime elezioni politiche e guiderà il Governo del Paese dovrà fare i conti con un annus horribilis per la scadenza dei titoli pubblici, rincara Unimpresa. Nel 2013, salvo diversi programmi da parte del Tesoro, vanno rifinanziate emissioni per 289 miliardi di euro, corrispondenti al 18% dei titoli in circolazione (1.599 miliardi). Nei primi cinque mesi di attività del dopo elezione (marzo – luglio 2013, circa 150 giorni), il prossimo Esecutivo sarà chiamato a gestire la scadenza e l’eventuale rifinanziamento di bond pubblici (bot, btp e ctz in larga parte) per un ammontare totale che sfiora i 120 miliardi di euro (7% delle emissioni in circolazione). Complessivamente, nell’arco di tempo che, in linea teorica, copre i cinque anni corrispondenti alla prossima legislatura (marzo 2013 – febbraio 2018) andranno in scadenza obbligazioni statali per 820 miliardi (51%). Dati-Unimpresa (1)
L’analisi, che si basa su dati della Banca d’Italia, non può tener conto, ovviamente, delle eventuali emissioni a breve termine che il Tesoro non ha ancora programmato per i prossimi anni e delle eventuali decisioni circa l’anticipo di rifinanziamenti di talune emissioni rispetto alla scadenza naturale. Secondo i contratti sottoscritti in occasione delle aste, comunque, per ora il 2014 prevede scadenze per 165 miliardi di euro, un miliardo in meno rispetto a quelle in agenda per il 2015. Mentre nel 2016 e nel 2017 sono previste scadenze per 109 e 125 miliardi. Ma non basta. Tra la fine di novembre e febbraio 2013 arrivano a scadenza bot, btp e ctz per complessivi 128 miliardi di euro, l’8% del debito pubblico in circolazione.