Corruzione: l’Italia migliora ma le Pmi tardano ad adeguarsi

Corruzione: l’Italia sale dal 61° posto al 54° nella classifica di Transparency International sulla corruzione, ma ancora ben 24 Paesi europei hanno una credibilità maggiore. La certificazione ISO 37001 Anti-bribery management systems di IMQ offre un vantaggio competitivo sul mercato, ma le Pmi italiane tardano ad adeguarsi

Un anno fa Terna otteneva da IMQ, la più importante realtà italiana nel settore della valutazione della conformità, la prima certificazione del sistema di gestione per la prevenzione della corruzione. Nel corso del 2017, però, ancora poche aziende hanno riconosciuto l’importanza della norma ISO 37001: alcune grandi aziende si sono interessate, mentre per il momento le Pmi sono rimaste indietro.

Secondo i dati forniti da Transparency International per il 2017, di recente resi noti, l’indice di percezione della corruzione dell’Italia è leggermente migliorato rispetto al 2016: oggi infatti il suo indice è pari a 50 su 100 (nel 2016 era pari a 47), e la sua posizione nella classifica dei paesi percepiti come più “virtuosi” dal punto di vista dell’anticorruzione, è salita dal 61° al 54° posto; tradotto in pratica e in termini di attrattiva per gli investitori, questo dato indica che ci sono ben 53 Paesi nel mondo, di cui 24 europei, con una credibilità maggiore rispetto a quella del nostro Paese.v In ambito di prevenzione della corruzione è stata pubblicata a fine 2016 la ISO 37001 “Anti-bribery management systems”, una norma che intende aiutare le organizzazioni nella lotta contro la corruzione, istituendo una cultura di integrità, trasparenza e conformità. Anche se non può garantire lo sradicamento della corruzione, può fornire il suo aiuto nell’implementazione di misure efficaci per prevenirla e affrontarla. La legge da sola, infatti, non è sufficiente per risolvere il problema della corruzione. Le organizzazioni hanno la responsabilità di contribuire attivamente alla lotta.

L’Anti-bribery management system può essere un sistema a sé stante oppure integrato in un sistema di gestione globale. L’azienda può infatti scegliere di attuare il Sistema di Gestione per la prevenzione della corruzione insieme ad altri sistemi – pensati appositamente come modulari – come quelli riguardanti la qualità (ISO 9001), l’ambiente (ISO 14001) e la sicurezza (OHSAS 18001).

I principali requisiti della norma e il processo di certificazione
La norma richiede alcuni elementi e processi da attuare in azienda, che IMQ come organismo di certificazione verifica prima di rilasciare la certificazione. Tra questi, l’analisi del contesto aziendale (interno ed esterno), dei requisiti delle parti interessate, delle normative applicabili e delle fonti di rischio; l’impegno da parte del management nelle politiche anticorruzione e nel relativo programma attuativo; l’analisi e la valutazione del rischio all’interno dello specifico contesto aziendale (determinazione dei livelli e del loro impatto, misura, controllo e verifica di efficacia delle misure intraprese); l’attuazione di opportuni controlli e due diligence in ambito finanziario, commerciale, contrattuale e sui processi di approvvigionamento; un sistema di whistleblowing riconosciuto e diffuso a tutti i livelli aziendali; infine, una serie di azioni di miglioramento continuo che rendano il sistema di gestione dinamico e aggiornato costantemente per garantirne l’efficacia.

Vantaggi economici: incremento dell’efficacia degli strumenti di contrasto al fenomeno corruttivo, con conseguenti vantaggi economici.
Conformità legislativa: implementando l’ISO 37001 è possibile andare oltre il rispetto dei requisiti minimi legali e adottare un approccio sistemico rivolto alla prevenzione e al contrasto della corruzione.
Etica e innovazione: dotandosi di uno standard di prevenzione e contrasto della corruzione conforme alla “best practice” internazionale e di riconosciuto valore in Italia e nel mondo.
Competitività: elemento distintivo sul mercato anche agli occhi degli stakeholders; possibile requisito aggiuntivo in ambito di gare e appalti.
Governance: dimostrazione di essersi dotati di un idoneo e adeguato sistema di prevenzione dei rischi connessi alla corruzione. Investitori: risposta alle esigenze di elevati standard di etica, legalità e sostenibilità del proprio business.
Mitigazione rischio sanzionatorio: la certificazione rilasciata da un ente autorevole e indipendente quale IMQ costituisce evidenza concreta sia della mancanza di gravi carenze organizzative, evitando l’applicazione di misure cautelari molto incisive, sia della adozione ed efficace attuazione di un idoneo modello organizzativo anti-corruzione, aumentando le chances di ottenere per l’ente l’esenzione da responsabilità.
Rating di legalità: la certificazione ne faciliterà l’acquisizione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Immagine: la certificazione del Sistema di Gestione per la Prevenzione della Corruzione valorizza il percorso dell’organizzazione e costituisce un efficace strumento di comunicazione delle politiche aziendali, confermando l’impegno e la volontà di contribuire positivamente al libero mercato.

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