Cina. Cresce (poco) l’import del vino italiano di qualità

642di Antonio Barbangelo. La Cina è salita al quinto posto nella classifica degli importatori mondiali di vino, facendo registrare nel 2012 un import pari a circa 4 milioni di ettolitri (fonte Ismea, istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare). Secondo alcuni osservatori il paese asiatico potrebbe diventare, entro quest’anno, il primo consumatore di vino nel mondo. La produzione interna del settore cresce al ritmo del 30% dal 2009, e le previsioni indicano che la tendenza rimarrà invariata fino al 2017. La maggior parte del consumo interessa prodotti locali, mentre le importazioni aumentano in media del 53% alla’anno. Le potenzialità per il mercato vitivinicolo italiano sono molto ampie, ma per ora a dominare la concorrenza internazionale sono i francesi: ogni 100 bottiglie importate in Cina 55 arrivano dai cugini d’Oltralpe, 12 sono australiane e solo sono 8 italiane. La Francia investe massicciamente nel marketing del prodotto, riuscendo così a far accreditare le etichette come icone di alta qualità.

openingI problemi principali per entrare in questo mercato sono la normativa cinese e la tutela del marchio; la contraffazione è molto diffusa per le bottiglie di ogni nazionalità. Per gli esportatori europei una buona soluzione è affidarsi a catene distributive più che preparati. A questo ostacolo si aggiunge spesso quello del recupero crediti. Al Vinitaly, la fiera di settore tenutasi a Verona dal 7 al 10 aprile, al mercato cinese sono stati dedicati tre focus, e all’evento scaligero ha partecipato anche una delegazione ufficiale del ministero del Commercio della Repubblica Popolare. La fiera veronese organizza ogni anno varie iniziative per supportare le aziende italiane che esportano. Tra le tante, ‘Opera Wine Expo Vinitaly‘ diventerà, a Verona, l’evento vitivinicolo più importante del calendario di appuntamenti previsti in Italia per l‘Expo di Milano nel 2015 – http://www.chinawineexpo.com/en/

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