Che fine farà l’imprenditoria del Nord Ovest?

Amway, azienda leader mondiale nel settore della Vendita Diretta, ha organizzato presso il suggestivo Auditorium dell’Acquario di Genova un interessante dibattito dal tema “Il Futuro dell’imprenditorialità del nord-ovest”.

Lo scopo è quello di analizzare la propensione all’imprenditorialità del territorio e valutare le reali opportunità per valorizzare il lavoro autonomo in Italia.

Il rapporto globale Amway sul fare impresa

La tavola rotonda ha visto l’intervento di personalità rilevanti del panorama istituzionale e associativo del territorio: Francesco Maresca, Assessore allo sviluppo economico portuale e logistico del Comune di Genova, Brando Benifei, Europarlamentare.

Inoltre Caterina Viziano, membro del Direttivo Confindustria Giovani Genova e Giuliano Sciortino, Segretario Generale AVEDISCO. Ha moderato il giornalista Raffaele Mastrolonardo.

Libera iniziativa del Nord Ovest

In occasione dell’evento sono stati analizzati i dati dell’ottavo Rapporto Globale Amway sull’Imprenditorialità, da quasi dieci anni uno dei più importanti kit diagnostici sulla “salute” del lavoro autonomo.

La ricerca realizzata dall’Università di Monaco in collaborazione con GFK, ha lo scopo di valutare come e in quale misura nell’attuale scenario economico e lavorativo, vengano accolti temi quali la libera iniziativa, l’autonomia professionale e lo spirito imprenditoriale in 44 Paesi del mondo

Il dibattito si è incentrato sui dati del Nord-Ovest* per analizzare come gli abitanti di Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta e Lombardia percepiscano il supporto del Sistema Paese in tema di libera iniziativa.

L’impresa si fa con e relazioni

Dal focus è emerso che i dati del Nord-Ovest sono in linea con quelli dell’intero Paese; in particolare, tra i fattori che agevolano l’impresa, risulta fondamentale il supporto sociale in particolare della famiglia e degli amici (36% ovvero il +1% rispetto alla media nazionale) seguito dalla capacità di sviluppare un’idea di business (24%, -2% rispetto alla media nazionale).

Inoltre il 21% (-2% rispetto alla media nazionale)  è disposto a sacrificare il proprio tempo libero per lavorare alla propria idea di business e il 22% (+1% rispetto alla media nazionale) è disposto ad assumersi dei rischi imprenditoriali. Infine, il 19% (+3% rispetto alla media nazionale) sa come reperire il proprio capitale aziendale a dimostrazione di una conoscenza più approfondita delle modalità per realizzare la propria idea di business.

Più supporto con finaziamenti, marketing e amministrazione

Al quesito “Cosa serve per fare impresa?”, le aree in cui gli intervistati del Nord-Ovest avrebbero necessità di maggiore supporto sono “Finanziamenti”, “Amministrazione” e “Marketing”.

Risulta infatti che  il 27% degli intervistati avrebbe bisogno di un aiuto nel reperimento dei fondi per la realizzazione della propria idea di business (Finanziamenti).

Il 18% vorrebbe un aiuto nella gestione amministrativa, normativa e tributaria (Amministrazione).

Il 17% un ausilio nell’identificazione della clientela a cui rivolgersi e nello sviluppo delle politiche di commercializzazione dei propri prodotti/servizi (Marketing).

Il 10% un supporto nella strutturazione dell’idea di business (Idea imprenditoriale) e il 9% un aiuto nella selezione dei collaboratori più adatti (Risorse umane).

Profitto, profitto, profitto

Nell’immaginare il loro business ideale, gli italiani auspicano di avviare un’attività orientata al profitto in un’area metropolitana, nella quale si avvalgono di collaboratori e vendono un prodotto piuttosto che un servizio.

In un’era prevalentemente digitale è importante sottolineare come gli intervistati italiani, ben l’81%, prediligano un modello classico a contatto diretto con i clienti rispetto al business prettamente online (19%).

Il dato del Nord-Ovest conferma questo trend con il 78% che afferma di preferire un’attività diretta venditore-acquirente. 

Che valore ha lo spirito imprenditoriale

Si è analizzato l’indice AESI (Amway Entrepreneurial Spirit Index), il cui scopo è misurare (in scala da 1 a 100) il valore dello “spirito imprenditoriale” di un Paese, coniugando 3 dimensioni comportamentali.

La desiderabilità per un percorso lavorativo mirato ad avviare un business in proprio, percezione della fattibilità in base alle proprie competenze e fermezza nella decisione di intraprendere un percorso imprenditoriale rispetto alle pressioni sociali.

In questo quadro, il Nord-Ovest si colloca al quarto posto con 40 punti dopo Centro (44 punti), Sud (42 punti), Nord-Est (41 punti) e prima delle Isole (32 punti).

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