Nel 2008 quando è nato il Distretto Green High Tech era l’inizio di una crisi che si sperava fosse già finita. Non è stato così e l’idea di creare un ente che generasse una rete di contatti tra le varie imprese della Brianza è stata vincente. Oggi il Distretto Green High Tech conta 107 aziende che collaborano tra di loro per generare lavoro e ricchezza.
Ieri durante il Consiglio comunale aperto di Vimercate l’intervento di Giacomo Piccini sulla questione della crisi Alcatel e più in generale sulla problematica legata alla disoccupazione in Brianza.
«Durante il consiglio comunale ci è stato riconosciuto di aver fatto un buon lavoro – commenta Giacomo Piccini – Partiti da zero oggi sono associate 107 aziende che appartengono ai settori industriali dell’elettronica, della microelettronica, del software, dell’energia e delle telecomunicazioni. Il distretto ha portato sul territorio progetti concreti come quello legato all’illuminazione sostenibile a Sulbiate o quello della Banda Ultra Larga tra Monza e Concorezzo (BUL), ma non basta. Se con le risorse a disposizione abbiamo fatto il massimo che era in nostro potere, oggi servono progetti che ci permettano di fare il salto di qualità. Occorre avviare iniziative che sostengano la nascita di nuove imprese facendo leva sulle enormi competenze reperibili nel territorio e sulla rete tra realtà industriali e pubblica amministrazione che abbiamo contribuito a costruire. Occorre realizzare un progetto e un processo che aiuti e valorizzi sia le aziende in incubazione che, soprattutto, le aziende in fase di post-incubazione. »
Molte le iniziative e gli sforzi messi in campo per creare questa “rete” tra le aziende aderenti, in particolare tra le grandi multinazionali e le piccole e medie imprese presenti a Monza e Brianza. Occasioni create con convegni, tavole rotonde ma anche con un innovativo sistema di mappatura delle competenze disponibile online. Tutti gli iscritti vi hanno accesso e interrogando il sistema possono individuare aziende utili al loro business.