Xtribe, la startup italiana sfida Amazon

Non solo Amazon. XTribe va controcorrente. Rende lo shopping social e geolocalizzato, usa le nuove tecnologie a vantaggio della piccola e media impresa locale.

Xtribe permette di cercare un prodotto dal proprio smartphone, individuare il venditore più vicino, contattarlo in qualunque momento tramite la chat interna per informazioni e richieste ed accordarsi per un incontro, tutto in real time. Xtribe promuove la piccola-media impresa locale, ma contraddice la convinzione comune che bisogna guardare oltre-oceano per trovare quello di cui si ha bisogno o si desidera, quando invece potrebbe essere a due passi da casa, senza dover pagare costi di spedizione e lunghi tempi di attesa. Non solo, oltre la tipica compravendita, si ha l’opzione di noleggiare o persino barattare prodotti e servizi.

La produzione operativa e l’ufficio web marketing di Xtribe sono collocati a Pesaro. Ma la startup ha aperto anche Milano, Roma e Torino. Non solo, data la forte crescita e la risposta positiva del mercato, ha aperto due sedi estere, una a Londra e una New York. I numeri sono infatti sono molto significativi: 300.000 download, con una crescita mensile di 45.000 download e 500 nuovi store al mese. Al fine di promuovere lo sviluppo e cambiare completamente il concetto di E-commerce, Xtribe ha avuto l’autorizzazione dalla Sec americana (Securities and Exchange Commission) per la quotazione al Nasdaq. L’obiettivo è quello di arrivare alla quotazione entro il 2018.

Xtribe nasce nel 2012 da un’idea di Mattia Sistigu, attuale COO dell’azienda, che si chiedeva come far sì che le persone potessero vendere, scambiare o noleggiare oggetti e servizi nella maniera più rapida ed economica possibile. L’idea fu così coinvolgente che accese subito l’interesse e l’entusiamo di altri due amici: Enrico dal Monte (che diventerà CEO di Xtribe) e Marco Paolucci (che ne diventerà Project Manager).

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