Una cordata di investitori fa ripartire
l’industria del Varesotto: il caso Vht

In queste prime ore del 2013 dal territorio di Varese arriva una storia di successo per un’industria che sembrava destinata ormai a scomparire. Una storia che parte da Bodio Lomnago e che ha come interprete principale l’azienda Vht, Varese Hoisting Technology. Sostenuta da una cordata di investitori locali la Vht  partendo praticamente da zero in un solo anno è riuscita a diventare una realtà di rilievo nel settore dei sistemi di sollevamento. Con 13 dipendenti e un 2012 chiuso con poco più di 500 mila euro di fatturato l’azienda ha come obiettivo per il 2016 di raggiungere un organico di 80 persone e un fatturato di 2,4 milioni di euro. L’azienda di Bodio Lomnago, che produce sistemi tecnologici di sollevamento, ha raccolto attorno a sé le energie di un’intera comunità. “Il  collegamento con le realtà produttive locali, abbinata alla ricerca e alle tecnologie interne sono la chiave per mantenere occupazione e risorse sul territorio”, spiega Libero Donati, amministratore unico della Vht.

Rilanciare il comparto dei sistemi tecnologici di sollevamento, già fiore all’occhiello dell’industria varesina, trasferendo conoscenze e competenze ai giovani e creando occupazione sul territorio varesino è, in sintesi, la missione etica di Vht – Varese Hoisting Technology, costituita nel 2012 fa con la precisa intenzione di diventare leader nel suo settore. Quella di Libero Donati, amministratore unico di Vht, e della cordata di investitori che ha creduto nel progetto può dirsi una scommessa ben avviata. “Partendo da zero”, racconta Libero Donati, “nel gennaio  dello scorso anno abbiamo raccolto un capitale sociale di 4 milioni di euro, metà erogato dagli istituti di credito che hanno dato fiducia al nostro business plan, metà attraverso una quarantina di persone diventate nostri soci”.

Ma quanto è stato l’investimento medio di ciascuno? “Si tratta per lo più di addetti ai lavori, come system integrator e fornitori di componenti, professionisti che conoscono bene questo mercato”, prosegue Donati. “C’è chi ha investito lo 0,5%, chi il 10%. Ma hanno creduto nel progetto anche imprenditori e semplici sostenitori”.

Quindi si è assistito a un interesse corale del territorio che ha risposto bene anche con la crisi? “Si è stata una compagine sociale orizzontale aperta”, prosegue Donati, “che testimonia la voglia della comunità di rilanciare le attività produttive in un territorio che, a causa delle acquisizioni straniere e della sfiducia degli imprenditori locali, sembrava ormai votato alla completa e totale deindustrializzazione”.  In un solo hanno di attività Vht occupa 13 persone e conta di chiudere il 2012 con un fatturato intorno ai 500 mila euro.

Ma come nasce questo progetto? Il piano industriale di Vht ha proceduto spedito, tappa dopo tappa, con l’acquisizione della sede di Bodio Lomnago (15.500 metri quadri dismessi dalla Bticino), l’acquisto dei macchinari, le fasi di progettazione, sviluppo e test dei prodotti: componenti elettromeccanici per il sollevamento con gru (paranco elettrico a catena e a fune). Lo scorso giugno è stato organizzato un open day per presentarsi agli operatori del settore, e in settembre si sono avute le prime consegne, in Italia e all’estero, con richieste che sono andate oltre le aspettative. “Dal mercato italiano ci sono state alcune sorprese, anche se in generale la contrazione è pesante, il mercato ha fatto segnare -40% in tre anni”, conclude Donati. “Noi continuiamo a tener fede ai nostri impegni e per crescere ci stiamo concentrando sui mercati esteri: economie emergenti come Brasile India, Sudafrica, Europa dell’Est, ma anche USA e Canada. Vht non ha difficoltà a imporsi fra i competitor per la qualità dei suoi prodotti, che hanno un elevato contenuto in esperienza e know how, ma anche un ottimo rapporto qualità-prezzo, con garanzia assoluta di sicurezza. Abbiamo raccolto attorno a noi, in una sorta di filiera corta, le migliori realtà produttive del territorio. Operiamo insieme convinti di una cosa: non meritiamo di essere spazzati via dalla storia industriale italiana. Ma per andare avanti, a Varese come in tutta la Lombardia, dobbiamo mettere in comune risorse ed energie per tagliare i costi ed essere maggiormente competitivi a livello nazionale e internazionale».

Attualmente sono 13 le risorse umane impiegate nello start up di Vht. Entro il 2014 l’azienda prevede che le stesse saliranno a 49 per raggiungere le 80 unità  nel 2016. Il fatturato, entro i 5 anni di avvio dell’attività, dovrebbe raggiungere i 24 milioni di euro. Il punto di break even è stato fissato nel corso del quarto anno di attività (il 2014), in cui si prevede di fatturare circa 11 milioni di euro. Il piano di investimenti prevede, per i primi tre anni, 1,5 milioni di euro in ricerca e sviluppo, 500 mila euro in infrastrutture e 3,5 milioni di euro per l’acquisto del sito produttivo di Bodio Lomnago.

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