Tirreno Power sospende la produzione

TIRRENO POWER COSTRETTA A BLOCCARE LA PRODUZIONE DELLA CENTRALE DI VADO LIGURE PER UNA DECISIONE CONTRADDITORIA DELL’IPPC L’ ORGANO TECNICO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE. L’AZIENDA RICORRE AL TAR PER IL RISTABILIMENTO DEI GRAVI DANNI ECONOMICI E SOCIALI

In data 27 e 29 dicembre i gruppi VL3 e VL4 della Centrale di Vado Ligure si sono fermati a seguito di un blocco operativo agli impianti di macinazione del carbone per l’elevato contenuto di umidità dovuto ad insistenti piogge.

Si tratta di normali episodi legati all’attività produttiva della Centrale; tuttavia in questo caso non è stato possibile un rapido riavvio dei gruppi poichè il 13 dicembre scorso il MTTM (Ministero Ambiente e Tutela Territorio e del Mare) ha vietato, anche a seguito della segnalazione di movimenti ambientalisti locali, l’uso di olio combustibile con tenore di zolfo fino all’1% con effetto immediato senza, per altro, neppure definire le modalità attuative conseguenti la decisione presa.

E’ un pronunciamento sbalorditivo e inaspettato in pieno contrasto con quanto già stabilito dal Ministero stesso che aveva preso atto della modifica non sostanziale con nota DVA-2013-0016027 del 9.07.2013 e incaricato l’ISPRA di verificare la conformità delle modifiche eseguite.

Tale grave e immotivato provvedimento ha come unico effetto di impedire nei fatti la continuità produttiva della Centrale e mette a rischio la stessa sostenibilità economica complessiva causando un blocco produttivo senza alcun beneficio ambientale. E’ stato chiarito come, anche dal punto di vista ambientale, l’imposizione non comporterebbe alcun miglioramento.

L’obbligo imposto di un utilizzo di olio con tenore di zolfo 0,3%, costringe l’azienda a rifornirsi dall‘unico produttore nazionale di tale olio combustibile in contraddizione con i principi di libera concorrenza. L’azienda al fine di minimizzare i pesanti danni procurati sta predisponendo con la massima urgenza l’adozione di serbatoio provvisorio.

Tirreno Power che è stata messa nelle condizione critiche di dover sospendere l’attività industriale ha immediatamente presentato ricorso al TAR per ripristinare una situazione che già da ora registra pesantissime ricadute economiche e sociali sul territorio.

CENTRALE DI VADO BLOCCATA DA IMPOSIZIONI TECNICHE IRRAGIONEVOLI E CONTRADDITTORIE CHE COMPORTANO DANNI GRAVI E NESSUN MIGLIORAMENTO AMBIENTALE

Oggi pomeriggio presso la Centrale di Vado Ligure si è tenuta la conferenza stampa di Tirreno Power con la presenza del Direttore Affari generali Ing. Enrico Erulo e il Direttore delle Risorse umane Ing. Gianni Biavaschi. L’Azienda ha voluto spiegare nel dettaglio le cause che hanno determinato la situazione di blocco della Centrale con rilevanti conseguenze economiche e funzionali.

I Dirigenti di Tirreno Power hanno spiegato che “il blocco della Centrale di Vado Ligure è dovuto all’impossibilità di usare l’olio combustibile presente nel serbatoio della Centrale. Nei giorni 27 e 29 dicembre i due gruppi alimentati a carbone sono andati in blocco. Di norma il carbone che alimenta i gruppi viene macinato da alcuni mulini per essere immesso in caldaia.

Con il carbone bagnato da diversi giorni di pioggia accade normalmente che si possano bloccare dei mulini. Non è un problema, di solito. Accade abbastanza spesso quando piove a lungo. In questi casi quando viene a mancare una parte del carbone in caldaia, per compensarne la mancanza, si usa l’olio combustibile.

Quindi la caldaia va avanti, si sistema il mulino, si chiude l’olio combustibile e la marcia prosegue. Non potendo usare l’olio combustibile a nostra disposizione, il blocco in sequenza di alcuni mulini ha comportato lo spegnimento della caldaia.

Non c’è stato nessun evento eccezionale ma l’impossibilità di mantenere l’esercizio in mancanza dell’olio combustibile.

L’olio combustibile è inoltre indispensabile per riavviare l’impianto. I gruppi non possono partire con il carbone. Quindi una volta sistemati i mulini non abbiamo comunque potuto riavviare i gruppi sempre per l’impossibilità di usare l’olio combustibile che abbiamo in centrale.

Che una Centrale come la nostra funzioni così lo sanno tutti i tecnici, compresi i tecnici della commissione IPPC di cui fanno parte anche tecnici degli enti locali e del Ministero. Quando ci hanno imposto di non usare più immediatamente l’olio combustibile che avevamo in Centrale erano quindi perfettamente consapevoli che nel giro di qualche giorno l’impianto si sarebbe fermato senza poter ripartire.”

Il Direttore Affari Generali di Tirreno Power ha poi spiegato nel dettaglio quali sono state le iniziative intraprese per ridurre al massimo la situazione determinatasi quando l’IPPC, l’organo tecnico del Ministero dell’Ambiente il 13 dicembre ha imposto di non usare più l’olio che avevamo: “abbiamo immediatamente ordinato già il 19 dicembre dall’unico distributore in Italia l’olio con il minore tenero di zolfo. Ma non avevamo un posto dove metterlo.

Nella cisterna c’è l’olio autorizzato fino al 13 dicembre ma non più utilizzabile.

Abbiamo chiesto il 23 dicembre al Ministero di autorizzarci quanto meno a usare temporaneamente le riserve approvvigionandoci da quel momento solo dell’olio prescritto.

Non ci hanno risposto.

Quando la Centrale è andata in blocco, il 30 dicembre abbiamo scritto di nuovo sollecitando: non ci hanno risposto. Nonostante la Centrale sia bloccata da due settimane siamo ancora in attesa di una risposta. A metà dicembre prevedendo la situazione abbiamo subito iniziato l’adattamento di un altro serbatoio per renderlo compatibile tecnicamente per accogliere l’olio. Un lavoro complesso, oneroso, stiamo lavorando giorno e notte da due settimane. E’ la soluzione più veloce per evitare impatti sull’occupazione e un fermo prolungato: per svuotare il serbatoio dell’olio e riempirlo con l’altro ci vogliono almeno due mesi.”

Durante la Conferenza stampa i dirigenti della Tirreno Power hanno chiarito gli aspetti legati all’iter amministrativo: “l’AIA prevedeva l’uso di olio combustibile allo 0,3%. Tirreno Power a marzo 2013 abbiamo presentato una istanza di modifica non sostanziale nella quale dimostravamo che la nostra richiesta era di minore impatto ambientale rispetto a quanto autorizzato.

Inoltre sul mercato italiano c’è di fatto un solo fornitore di olio allo 0,3%. La Centrale può avere problemi di approvvigionamento ed essere dipendente economicamente dal prezzo che il monopolista può variare a suo piacimento.

Il Ministero ha aperto l’istruttoria e ci ha risposto. La risposta del Ministero era chiara, l’olio all’1% è stato autorizzato da partire dal 9 luglio tant’è che ha detto a Ispra di verificare gli impegni che abbiamo scritto. Non ha nessun senso di ragionevolezza, giuridico e nemmeno ambientale la lettera che lo scorso 13 dicembre ha imposto l’immediata adozione di olio allo 0,3%.

Non solo, ma non avendo stabilito un periodo transitorio, anche breve, era evidente che la centrale si sarebbe fermata in pochi giorni .”

Sul tema ambientale l’azienda ha spiegato: “Usiamo l’olio combustibile per compensare temporaneamente il blocco di mulini del carbone, e per l’avvio dell’impianto.

Stiamo parlando di un aspetto del tutto marginale dal punto di vista delle emissioni di una Centrale, che incide mediamente per lo 0,7%. Non solo. L’impianto è dotato di filtri per lo zolfo durante la marcia. Che vi sia olio allo 0,3% o all’ 1% dal punto di vista delle emissioni è indifferente. Non cambia nulla. Le emissioni di zolfo sono equivalenti, non c’è nessuna differenza. Non solo. Ma quando abbiamo chiesto di usare l’olio all’1% abbiamo inserito il conteggio delle emissioni che avvengono anche durante l’avviamento nel calcolo nelle emissioni complessive, cosa che l’AIA non prevedeva.

Quindi dal punto di vista del controllo e dei limiti di emissione abbiamo indicato una strada che era più attenta all’ambiente di quella esistente. Peraltro la qualità dell’aria nel savonese non ha alcuna criticità, né per lo zolfo né per altri inquinanti.

Impianti analoghi alla Centrale di Vado Ligure non hanno il limite per l’olio combustibile dello 0,3% o non hanno sistemi di desolforazione come invece ha la nostra Centrale.

Stiamo parlando di un impatto ambientale praticamente nullo che ha messo in grave crisi la Centrale, i lavoratori, l’azienda.”

In conclusione è stato ricordato l’importanza anche economica di quanto è accaduto. La Dirigenza ha inoltre voluto ringraziare tutti i lavoratori per il grande impegno profuso per ridurre i temi dell’empasse produttiva:

“Ad oggi il fermo della Centrale ha provocato danni per svariati milioni di Euro.

Ogni giorno la mancata produzione procura perdite per centinaia di migliaia di euro.Noi stiamo lavorando per fare ripartire la Centrale il prima possibile.

Voglio ringraziare tutti i lavoratori e quanti si stanno impegnando notte e giorno per tenere in vita questa centrale. Il danno che abbiamo subito e stiamo subendo è enorme. L’impegno di tutti è andato ben oltre il dovuto, c’è una partecipazione solidale da parte di tutti. I lavoratori di Vado Ligure stanno dimostrano capacità e un orgoglio di cui voglio essere grato a nome di tutta l’azienda.”

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