Quella brochure per attirare gli investimenti in Italia….

Durante la presentazione di industria 4.0 del 21 settembre 2016, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, è stata distribuita una brochure, scritta dall’Italian Trade Agency per conto del Ministero dello sviluppo economico, che avrebbe dovuto illustrare i vari punti di forza del nostro Paese per l’attrazione di capitali in Italia.

Tra questi ce n’è uno che, secondo una interrogazione parlamentare presentata alla camera dei Deputati da Ferrara, Airaudo, Costantino, D’Attorre e altri, potrebbe apparire una semplice gaffe se non fosse che racchiude in poche righe il tratto che questo Governo ha dato alle politiche sul lavoro e dello sviluppo economico.Nella pagina «Capitale umano e talento», il Governo si vanta di un aspetto che caratterizza più di tutti il mercato del lavoro
italiano e il brano recita testualmente: «L’Italia offre un livello di salari competitivo (che cresce meno rispetto al resto dell’Unione europea) e una forza lavoro altamente qualificata»;un passo che si potrebbe tradurre così: alta
specializzazione a prezzi stracciati e secondo il Governo questa sarebbe una qualità da esaltare.  Viene pure fornito un chiaro esempio su quanto sia conveniente investire nel nostro Paese e a questo proposito viene fatto un paragone sul guadagno medio di un ingegnere italiano e un collega «europeo»: «Un ingegnere in Italia guadagna in media uno stipendio di 38.500 euro, quando in altri Paesi europei lo stesso profilo ne guadagna mediamente
48.800», recita la brochure;quindi, pagare poco un lavoratore diventa non un problema al quale porre rimedio ma una qualità del mercato del lavoro italiano e per questo va esaltata;a leggere quella brochure,
sembra che l’unica ricetta che il Governo propone per superare la crisi e attrarre investimenti sia quella di «svendere» l’Italia e i lavoratori italiani.

BASSI SALARI…. LICENZIAMENTI FACILI…. QUALE ITALIA PRESENTIAMO ?

D’altronde, dopo il Jobs Act si può anche licenziare più facilmente e pure questa caratteristica
viene esaltata nella pubblicazione. Insomma, per il Ministero dello sviluppo economico sembra
proprio che gli investimenti si facciano sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori;agli interroganti appare paradossale come una delle prime cause della nuova emigrazione, i bassi salari, venga
presentata all’estero come una qualità e un vantaggio per le imprese invece di mettere in atto politiche del lavoro che abbiano come obiettivo dare a tutti e tutte un impiego dignitoso e retribuito allo stesso livello delle medie europee;ad avviso degli interroganti, oltre a rappresentare una pessima figura per il Governo. Il contenuto della suddetta brochure potrebbe perfino rappresentare un boomerang per chi l’ha pensata,
perché una campagna strutturata su una competizione salariale al ribasso attirerebbe solo speculatori che nel nostro Paese non investirebbero certamente in ricerca, sviluppo e formazione;per convincere
le imprese a rimanere in Italia o a tornare a investire servirebbe piuttosto valorizzare e mettere a
sistema l’università e la ricerca, riformare la fiscalità, intervenire sui costi dell’energia e sulle infrastrutture, sullo
snellimento della burocrazia, migliorare i servizi;il tema dei bassi salari è un problema serio in Italia. Come
ricorda un servizio del Corriere, l’Italia è il Paese in cui ad un operaio medio della Fiat occorrerebbero quasi 1.500 anni per guadagnare quanto ha guadagnato Marchionne nel solo 2015: 62,5
milioni di euro.

In Italia un lavoratore dell’edilizia, per eguagliare i compensi percepiti l’anno scorso dall’amministratore delegato e direttore generale di Italimmobiliare, dovrebbe lavorare fino al 2270 e un dipendente di Prada dovrebbe vivere quattro secoli, per raggiungere la cifra incassata nel 2015 dall’amministratore delegato;un top manager guadagna
quanto mille operai. Accumula patrimoni che potrebbero risanare il bilancio di intere città, costruire opere pubbliche e creare migliaia di altri posti di lavoro -:se il Governo non ritenga di dover assumere iniziative per ritirare la campagna informativa avviata durante la presentazione di Industria 4.0 in quanto, a giudizio degli interroganti, offensiva per la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. I deputati chiedono se il Governo non intenda provvedere o abbia già provveduto a rimuovere dal sito internet Investinitaly la brochure descritta in premessa; se e quali iniziative concrete il Governo intenda mettere in atto al fine di ridurre la precarietà, soprattutto quella giovanile, aumentare i salari affinché siano in linea con gli standard europei, e redistribuire la ricchezza a favore delle fasce più deboli;se e quali politiche il Governo intenda mettere in atto per attrarre investimenti e capitali esteri che non puntino esclusivamente al basso costo della manodopera italiana rispetto a quella di altri Paesi europei, come la Germania o la Francia.

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