Con In-Q-Tel la Cia investe denaro pubblico in modo poco chiaro

La Cia ha una società di venture capital In-Q-Tel che fa investimenti e  punta sullo sviluppo di tecnologie utili all’agenzia, ma secondo il WSJ anche poco chiari.

Comunica (quando lo fa) ben pochi dettagli sulle aziende in cui investe e non dice mai di quanto. Non rilascia informazioni utili per capire se ci sono potenziali conflitti di interesse al suo interno. Stiamo parlando di
una società di venture capital che, diversamente da quelle meglio conosciute, non ha sede nella Silicon Valley e non ha come obiettivo quello di generare lauti guadagni. Ha sede in Virginia ed è una non-profit. Il motivo? E’ in quello Stato americano che la controllante ha il suo quartiere generale: la Cia, il cui intento è alimentare lo sviluppo di tecnologie utili per la sua missione di raccolta di dati d’intelligence.

La società si chiama In-Q-Tel. A gettare un po’ di luce su di essa è il Wall Street Journal, secondo cui è formalmente considerata come una entità indipendente ma di fatto è strettamente legata alla Cia. Ogni decisione è infatti presa dall’agenzia stessa.Non solo. Stando al quotidiano finanziario americano, la ricerca di aziende promettenti ha portato almeno in 17 casi a finanziare attività con un qualche legame finanziario tra In-Q-Tel e i suoi
amministratori fiduciari. Stando ai documenti analizzati dal Wsj e alle interviste di venture capitalist e funzionari di In-Q-Tel passati e presenti, in tre casi un amministratori fiduciario sedeva nel consiglio di amministrazione di un gruppo che ha ricevuto un’investimento della controllata della Cia. Così è successo con Forterra Systems: una volta ricevuti capitali, la start-up specializzata nella realtà virtuale ha sviluppato strumenti ad uso militare e ha iniziato a ricevere commesse da Washington.Le connessioni strette nel mondo del venture capital sono
un elemento essenziale per il successo degli investimenti ma nel caso di In-Q-Tel sono utilizzati soldi dei contribuenti americani e non di uomini e donne che decidono di attingere alle proprie tasche per scommettere su un’azienda. Un portavoce della Cia ha spiegato al Wsj che “In-Q-Tel mette in atto politiche rigorose per salvaguardare i fondi dei contribuenti, per prevenire possibili conflitti di interesse e per restare focalizzata sullo sviluppo di tecnologie che rispettino i requisiti previsti nella missione”. Politiche che consentono
a un amministratore fiduciario di consigliare un determinato investimento in un’azienda con cui ha legami, a patto che annunci quel legame all’interno di In-Q-Tel e alla Cia.

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