Pmi in difficoltà con l’accesso al credito? Ci pensa Confidi

Nel dibattito parlamentare sulla conversione del decreto liquidità purtroppo pare non trovare spazio l’opportunità di dare una risposta agile e concreta alle piccole imprese in difficoltà. Il sistema dei confidi potrebbe veicolare in modo efficace e ragionato la liquidità necessaria per permettere alle piccole imprese italiane di ripartire”.

Lo dichiara Rosario Caputo, Presidente di Federconfidi, La Federazione che riunisce i confidi di area confindustriale.

“In questo momento di grave e acuta crisi economica – aggiunge il Presidente – che mette in discussione il futuro di migliaia di piccole imprese italiane, la politica non può perdere l’occasione di supportare i tanti imprenditori alle prese con una palese emergenza di liquidità. Il sistema dei confidi ha avanzato diverse proposte sul tema, sulle quali sollecitiamo una piena condivisione.

Eravamo stati molto lieti di leggere alcuni emendamenti che andavano in questo senso. Oggi pare che questa opportunità di aiuto concreto alle piccole imprese non sia ritenuta prioritaria sul piano politico, ma così facendo potrebbe concretizzarsi il rischio di arrecare danno a oltre un milione di microimprese presenti sul nostro territorio.

Le proposte dei confidi sono a costo zero per lo Stato e contribuirebbero a decongestionare il sistema bancario, velocizzando l’accesso al credito per le Pmi oggi in difficoltà”.

Federconfidi, federazione tra i consorzi di garanzia collettiva dei fidi, è stata costituita nel gennaio 1972.

La federazione riunisce i Confidi di area confindustriale e rappresenta 22 consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi distribuiti sull’intero territorio nazionale, per un totale di oltre 196.000 piccole e medie imprese.

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