Negli anni ‘70 una famiglia su 3 apriva libretti di risparmio. Oggi una su 50

«Torniamo a fare ciò che facevano i nostri padri, raccogliendo l’intera famiglia attorno a un progetto di risparmio per i nuovi nati, con piccoli sacrifici nei primi anni di vita, per garantire ai figli un piccolo capitale per sostenere gli studi o affrontare la vita da grandi». Roberto Scazzosi e Luca Barni, rispettivamente presidente e direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, in occasione dell’88ª Giornata mondiale del risparmio, che si celebra oggi mercoledì 31 ottobre, invitano a imparare dal passato e a riscoprire la tradizione italiana del risparmio. «Nel nostro territorio, negli anni Settanta e Ottanta mediamente una famiglia su tre apriva un libretto di risparmio per i nuovi nati, invitando i nonni e i parenti a fare piccoli versamenti negli anni, in occasione di feste e compleanni”, spiega Roberto Scazzosi. “Una cultura del risparmio che è andata progressivamente perdendosi nel tempo. Negli anni Novanta solo una famiglia su sei pensava ad accumulare un piccolo capitale per i propri figli e oggi stimiamo che soltanto una famiglia su cinquanta mantenga viva la tradizione. Si tratta di un impoverimento complessivo per le nostre comunità. E, invece, proprio in questi anni di crisi è necessario imparare la lezione del passato e tornare a puntare sulla cultura del risparmio, che va insegnata con i fatti alle nuove generazioni». E se nel secolo scorso lo strumento utilizzato era quello del libretto di risparmio, oggi si sono aggiunti altri strumenti, nuovi e adeguati ai tempi che stiamo attraversando. Su tutti, i cosiddetti Pac, ovvero i piani d’accumulo del capitale. «Con i Pac si fa fronte all’erosione del sostegno garantito fino a oggi dal welfare”, spiega il direttore generale della Bcc Luca Barni. “Questo tipo di risparmio è quello che oggi manca, è quello che guarda lontano e non al ritorno immediato. Tutelarsi con strumenti di lungo periodo, in grado di supplire al venir meno di presidi di garanzia che erano dati dallo Stato, oltre che per far fronte alle urgenze che si presentano nella vita, è ormai una necessità».

 

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