Marco Polo: il suo testamento esposto a Torino

Lo scorso 14 giugno, a Palazzo Madama, è stato esposto un documento di notevole valore storico e culturale: il testamento di Marco Polo, il famoso commerciante veneziano autore di uno dei libri di viaggio più famosi della storia, il Milione.

Ego Marcus Paulo volo et ordino, presentato dall’organizzazione culturale Scrinium, è la perfetta riproduzione del prezioso e delicatissimo testamento del veneziano, in cui emerge la personalità e l’umanità del viaggiatore, colui che per primo, da commerciante, svelò i segreti di un impero all’epoca sconosciuto e per questo affascinante, oggi più che mai, visti i rapporti stretti tra Italia e Cina (vedi per esempio il gemellaggio tra Venezia e la città cinese di Suzhou).

La ricerca del documento ha preso il via presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in cui è conservata la pergamena originale su cui il notaio Giovanni Giustinian vergò le ultime volontà di Marco Polo il 9 gennaio 1323 (che corrisponde al 1324 nel calendario gregoriano).

Ritrovato nel codice marciano Lat. V, 58-59, il testamento di Marco Polo per anni ha sempre interessato il mondo accademico, ma la fragilità del documento ha fatto desistere gli studiosi: troppi i rischi di danneggiare un documento così importante.

Nel 2016, la svolta: il ministero dei Beni Culturali, la Biblioteca Nazionale Marciana e l’associazione Scrinium hanno dato il via a un progetto di clonazione della pergamena.

Per realizzare il progetto sono stati coinvolti diversi specialisti: un’équipe si è occupata di fare approfondite analisi chimico-fisiche mentre un paleografo di fama internazionale, Attilio Bartolo Langeli, ha dato vita alla prima edizione diplomatica del testamento. Successivamente, l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e libraio di Roma, l’Icrcpal, ha restaurato il documento. Infine, Scrinium si occupata dei rilievi e delle riprese (ad alta definizione) sui documenti.

L’edizione del testamento contiene una riproduzione del documento, firmata dal direttore della Biblioteca Marciano, le edizioni diplomatica e interpretativa e a un volume di approfondimento storico-scientifico corredato da interventi di studiosi di prestigio.

Il testamento racconta molti dei “segreti” del leggendario viaggiatore: le donazioni alla Chiesa per salvarsi l’anima, la volontà di liberare lo schiavo e le donazioni a moglie e figlie (un’anomalia in un periodo in cui si donava tutti al ramo maschile) dicono parecchio sulla personalità di Marco Polo. Ma la parte più interessante è l’elenco di proprietà e oggetti favolosi, tra cui drappi in seta, bottoni di ambra, stoffe preziose, una “zoia” in oro con pietre e perle e addirittura un pelo di yak, il bue tibetano.

Dopo la presentazione dello scorso 14 giugno, il testamento di Marco Polo sarà esposto e visionabile fino al prossimo 15 settembre al MAO, Museo d’Arte Orientale.

Marco Polo, il viaggiatore del Milione

Nato a Venezia nel 1254, Marco Polo è probabilmente il viaggiatore italiano più famoso della storia. Il padre di Marco era un commerciante che importava prodotti dall’Oriente; un imprenditore, dunque, la cui azienda aveva basi in diverse zone strategiche.

Nel 1265 i fratelli intrapresero il primo viaggio in Cina, occasione in cui conobbero un imperatore mongolo, Qublai, con cui ebbero rapporti cordiali. Qualche anno dopo, Marco Polo, accompagnato dal padre e dallo zio, seguì le orme dei fratelli. L’imperatore Qublai prese in simpatia Marco, gli affidò missioni, incarichi e persino l’amministrazione di una città.

Marco Polo viaggiò a lungo nell’immenso impero di Qublai e tornò a Venezia solo 17 anni dopo. Fatto prigioniero dai Genovesi, durante la sua prigionia scrisse Il Milione con il contributo determinante di Rustichello, letterato suo compagno di prigionia.

Il Milione ebbe subito successo, fu tradotto in tante lingue, anche se in molti non credettero alle parole del viaggiatore: come spesso succede, la verità si confuse con la leggenda. A lui vengono attribuiti tanti meriti, che a volte sfiorano la leggenda o cascano in errore: per esempio, la bufala degli spaghetti da lui portati in Europa dalla Cina oppure l’introduzione dell’invenzione cinese delle carte da gioco a Venezia, a lui attribuita forse erroneamente.

In realtà, anni dopo, altri documenti confermarono la veridicità degli scritti di Marco Polo e della sua descrizione dell’Asia. Lui, ponte tra Occidente e Oriente, ebbe il merito di spalancare una finestra su un impero, e una cultura, allora sconosciuti.

 

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